Nel giro di pochi mesi sono stati compiuti tre tentativi di effrazione negli uffici dei Gip di MIlano che si occupano del caso Ruby.

Ancora un tentativo di effrazione negli uffici dei Gip che si occupano del Caso Ruby, la terza in pochi mesi. Questa volta, alcuni giorni fa, nella stanza del gip Federica Centonze. In precedenza, sarebbero stati forzati gli archivi degli uffici del gip Cristina Di Censo, chiamata a decidere sulla richiesta di processo per il premier nel caso Ruby e del presidente dei Gip Gabriella Manfrin.



Negli armadi di quest’ultima, erano contenute le rivelazioni sul caso. Tre episodi sono troppi. Tanto che il presidente aggiunto dei Gip di Milano, Claudio Castelli, ha deciso di scrivere una lettera a tutti i colleghi.

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Nella missiva, ha ricordato loro alcune delle regole fondamentali per evitare casi del genere, alle quali attenersi «rigorosamente».Ad esempio, è necessario «non assentarsi mai dall’ufficio lasciando la porta aperta ma chiuderla sempre a chiave; avere cura di conservare i fascicoli sensibili in cassaforte; non comunicare ad alcuno la password di accesso al computer e conservarla con la dovuta riservatezza».



Castelli conclude la lettera, invitando a tenere bene a mente la «fase particolarmente delicata vissuta dall’ufficio, che esige la collaborazione di tutti».

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