In alcune zone d’Italia, in particolar modo nel nord, si sa, la bestemmia è una pratica tristemente diffusa. Spesso usate più come semplice intercalare che non come vera e propria offesa, rimangono un’esternazione fastidiosa per chi, laici e non, non ne è avvezzo.
Don Mario Bosio, curato del Comune di Brignano Gera d’Adda, una ventina di chilometri da Bergamo, seimila abitanti scarsi, si era stufato di sentire in continuazione per le strade del Paese imprecare il nome di Dio, e ha iniziato a fare presente la situazione al Consiglio comunale. Le bestemmie, si è lamentato il sacerdote, venivano pronunciate tranquillamente anche nei locali dell’oratorio parrocchiale.
Dopo le lunghe insistenze di don Mario, l’amministrazione ha deciso di approvar un ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, che sancisce il «divieto di bestemmiare in municipio e in tutte le attività commerciali e imprenditoriali, pubbliche e private».
Il documento ha un approccio ecumenico alla questione, condannando «ogni atteggiamento e ogni comportamento delle persone di tutte le religioni, di tutte le etnie e di tutte le provenienze che bestemmiano Dio quale esso sia».
Il sindaco di Brignano, Valerio Moro, ha spiegato che «viviamo in un Paese cattolico e vogliamo che all’interno di posti di culto o di ricreazione venga mantenuto un certo decoro». Consensi anche da parte dell’opposizione, che si è limitata ad astenersi sul documento. Probabilmente anche in considerazione che il testo approvato era un semplice ordine del giorno. Un documento d’indirizzo, dunque, che non prevede sanzioni per chi contravviene a quanto stabilito.