Si celebra oggi la festa dei santi Cirillo e Metodio. Ma il 14 febbraio è più noto come il giorno di san Valentino, protettore degli innamorati. Festa che sicuramente ha assunto un aspetto consumistico e sempre meno legato alla tradizione cristiana, ma che ha un’origine molto significativa, risalendo indietro ai tempi dei riti pagani della Roma antica e al tentativo della giovane Chiesa cattolica di trasformare cristianamente tali riti, senza eliminare del tutto consuetudini radicate nella popolazione. Veniamo ai primi, i santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. I due erano fratelli nel sangue e nella fede, nacquero a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, da un magistrato bizantino. Si occuparono dell’evangelizzazione dei popoli della Pannonia e della Moravia.



Nell’862-863, preparandosi a intraprendere una missione nella Grande Moravia (oggi regione orientale della Repubblica Ceca), Cirillo creò il primo alfabeto slavo, detto “glagolitico”, il cui uso è oggi quasi del tutto scomparso; per molto tempo al santo si attribuì la creazione dell’alfabeto cirillico, inventato probabilmente da un suo seguace. Di sicuro tradussero per le popolazioni slave la Scrittura e anche i testi della liturgia latina. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II riconobbe l’importanza della loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869, mentre Metodio tornò in Moravia, dove proseguì la sua opera missionaria e divenne arcivescovo nell’869. I santi Cirillo e Metodio furono canonizzati nel 1881 da papa Leone XIII.
Giovanni Paolo II nel 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d’Europa.
Vediamo ora nel dettaglio chi era san Valentino e perché proprio in questo giorno la Chiesa Cattolica lo ricorda.



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La più antica notizia di S.Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secc.V-VI dove compare il suo anniversario di morte. Altri documenti raccontano il martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, che subirono a loro volta il martirio. Ancora, si racconta che S.Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, molto stimato per la santità della sua vita, la carità e umiltà, i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio. San Valentino compì il miracolo della guarigione del giovane e guarì sia lui che la famiglia al cristianesimo. Fu poi imprigionato e decollato a Roma, il 14 febbraio 273. La scelta di festeggggiare san Valentino in questo giorno, si lega alla volontà di cristianizzare un rito pagano. Infatti, il 15 febbraio si tenevano dei festeggiamenti tra i Greci, gli Italici e i Romani in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Si trattava di riti legati alla purificazione dei campi e alla fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e infine soppressi. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al 14 di febbraio attribuendo a san Valentino la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e alla costruzione di una famiglia. Da questo nacquero poi alcune leggende, come quella che vuole san Valentino amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un’unione felice.