Il rinvio a processo per Silvio Berlusconi scatena polemiche e reazioni opposte tra maggioranza e opposizione
Maggioranza e opposizione spaccati, come era prevedibile, sul rinvio a giudizio per il premier Silvio Berlusconi. «Il fatto che il gip di Milano abbia disposto il processo immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi significa che non ha tenuto conto di quanto votato le settimane scorse dalla Camera», ha dichiarato il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «Questo è un tema – ha aggiunto – che attiene l’autonomia, la sovranità e l’indipendenza del Parlamento». Alla domanda se non sia il caso che il premier faccia un passo indietro ha risposto: «E la presunzione di innocenza? Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro?».
Per il capogruppo alla Camera del Pdl, invece, siamo di fronte ad una «giustizia ad orologeria che per Berlusconi è rapidissima, addirittura istantanea. Tutto questo procedimento è viziato alla radice dal fatto che trattandosi, visto il reato ascritto che è la concussione, di un’imputazione che per definizione riguarda il titolare di un pubblico incarico, nel nostro caso deve essere trattato dal tribunale dei ministri». Il governatore lombardo Roberto Formigoni parla, invece, di una ««grande costruzione mediatica con poco sostanza», senza «alcuna ipotesi accusatoria» .
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La pensa così anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, secondo la quale «è in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e ad un’istituzione dello Stato. Il pericolo che i Padri Costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l’immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale».
Elezioni anticipate, è invece la richiesta del segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ironizza: «Un po’ di studio in più sulla Costituzione non gli guasterebbe». Duro, poi, l’attacco di Famiglia Cristina, che emette, con un editoriale online, il proprio verdetto: «La sentenza in mano a tre signore. Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia».