Si celebrano oggi come santi del giorno Faustino e Giovita, la cui esistenza viene ricostruita dalla «Legenda maior», cui non sono estranei alcuni elementi che non hanno riscontro storico. Sicuramente i santi Faustino e Giovita erano due giovani cavalieri, figli di una nobile famiglia pagana di Brescia. Affascinati dal Cristianesimo, dopo lunghi colloqui con il vescovo sant’Apollonio, chiedono e ricevono il battesimo.
Si dedicano subito all’evangelizzazione del bresciano e per il loro zelo il vescovo Apollonio nomina Faustino presbitero e Giovita diacono. Ma allo stesso tempo si rendono invisi i nobili del luogo.
Proprio questi approfittano della persecuzione voluta da Traiano e chiedono a Italico di ucciderli per preservare l’ordine pubblico. Nel frattempo però Traiano muore e questo ritarda il piano persecutorio. Italico approfitterà poi della visita del successivo imperatore, Adriano perché chieda lui stesso ai giovani il sacrificio al dio sole. I giovani non solo si rifiutano ma danneggiano la statua del dio. A questo punto si decide per il martirio dei due santi Faustino e Giovita; il racconto storico viene qui arricchito di particolari che potrebbero essere leggendari.
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Infatti, i due santi vengono miracolosamente salvati dai diversi tentativi di ucciderli: le belve cui vengono dati in pasto, si fermano mansuete ai loro piedi, e i due santi convertono in questo modo gran parte del pubblico e anche alcune alte cariche istituzionali. Vengono messi al rogo, ma le fiamme li risparmiano. Gli angeli li salvano poi dalla barca in mezzo al mare in cui erano stati abbandonati.
L’imperatore ordina allora il loro rientro a Brescia dove il nuovo prefetto eseguirà la sentenza di decapitazione il 15 febbraio.
(Fonte: Santiebeati.it)