Licio Gelli, in un’intervista pubblicata su Oggi, rivela l’esistenza di una tereza associazione segreta a capo della quale c’era Giulio Andreotti.

Licio Gelli, l’ex venerabile maestro della P2, a 91 anni riesce ancora a far parlare di sé e sollevare inquietanti interrogativi. Lo fa in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi. Dove, con poche, ma clamorose dichiarazioni, rileva che il capo di una presunta terza associazione segreta che aveva in mano lo stato altri non era che il senatore a vita Giulio Andreotti. «Io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello», dice Lico Gelli. Ma, a chi gli chiede ulteriori informazioni, risponde: «Sì, ma ne parleremo la prossima volta». Si tratterebbe di un’associazioni sconosciuta, che avrebbe avuto la funzione di tramite di collegamento tra i servizi segreti e la società civile, una specie di servizi segreti paralleli nati in funzione anticomunista.



Aldo Giannuli, già consulente della Commissione Stragi, spiega: «fu un servizio segreto parallelo e clandestino, scoperto solo di recente nel corso della nuova inchiesta sulla strage di Brescia. Fondato nel 1944 dal generale Roatta per i “lavori sporchi” che non dovevano coinvolgere direttamente uomini dei servizi, subì diverse trasformazioni, scissioni e nuove entrare, per sciogliersi definitivamente intorno al 1990-91». Le vicende dell’Anello si incrocerebbero con «le vicende più oscure della storia del nostro paese: da piazza Fontana al caso Moro al caso Cirillo. Il termine Anello non compare in alcun atto ma è citato da alcuni appartenenti all’organizzazione che si attribuiscono il ruolo di anello di congiunzione tra i servizi segreti (usati in funzione anticomunista) e la società civile».

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Passando all’attualità. Gelli afferma che «se avessi vent’anni di meno mobiliterei il popolo, bloccherei ferrovie e autostrade per protestare contro l’ingerenza dell’Europa. Per bloccare chi vieta di esporre il Crocifisso negli edifici pubblici», mentre sulla P2 «mi sarebbero bastati altri quattro mesi. Solo quattro. E avrei cambiato il sistema politico senza colpo ferire», afferma. Duro il giudizio su Berlusconi: «La sua politica non mi piace. Si è dimostrato un debole, ha paura della minoranza e non fa valere il potere che il popolo gli ha dato. Oggi il Paese è in una fase di stallo. Molto pericolosa. Berlusconi è stato troppo goliardico, avrebbe dovuto dedicare più tempo ad altri incontri, ad altre cene». Non è più tenero il giudizio su Fini: «È un uomo senza carattere».