Si celebra oggi come santo del giorno san Mansueto, quarantesimo vescovo a Milano, che condusse un’ardua battaglia contro l’eresia monotelita. Si tratta di uno dei delicati argomenti di cui discuteva la teologia dei primi tempi della Chiesa, ossia la presenza di una o due volontà in Cristo. Nel primo caso si parlava di monotelismo, nel secondo caso di duotelismo.
La discussione si trasformò in una grave diatriba nel settimo secolo con un oriente prevalentemente monotelista. A cercare di dirimere la questione ci furono anche interventi da parte dell’imperatore che arrivò a proibire sotto pene severissime il proseguimento della disputa.



In diversi concili la questione fu invece affrontata arrivando a condannare i promotori del monotelismo con pene sempre più severe. La dottrina ortodossa delle due volontà in Cristo fu ribadita poi dal Concilio del Laterano (che si tenne nel 649): un evento che si risolse drammaticamente con l’uccisione, da parte dell’imperatore, di papa Martino I che l’aveva convocato e sosteneva il duotelismo. San Mansueto fu tra coloro che presero parte alla discussione. La sua partecipazione al concilio di Roma del marzo 680 ebbe proprio questo significato: disapprovare il monotelismo e mettere in chiaro come in Cristo coesistessero le due volontà e come la volontà umana, pur soggetta alla divina volontà, rimanesse ugualmente attiva.



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Nonostante il suo nome, San Mansueto combattè strenuamente come vescovo e come scrittore contro la subdola eresia, che, con la questione delle due volontà finisce per negare la coesistenza delle due nature, umana e divina, in Cristo. 
Per quanto riguarda l’iconografia di san Mansueto, un’importante testimonianza è andata perduta:  nella basilica di S. Ambrogio a Milano esiste un affresco, che si fa risalire al 7° secolo, il quale rappresenta la condanna dell’eresia del monotelismo. La figura centrale doveva sicuramente rappresentare Mansueto vescovo. Tale figura è andata distrutta in conseguenza dell’apertura in quella parete di un finestrone.