Sono stati chiesti tre anni per l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e per l’ex presidente di Unipol, Giovanni consorte.

Tre anni di reclusione: è la pena richiesta per l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e per l’ex presidente di Unipol, Giovanni  Consorte, dai Pubblici ministeri di Milanesi Eugenio Fusco e Gaetano Ruta. Per l’ex amministratore delegato di Bpi, Gianpiero Fiorani, invece, la pena richiesta è di un anno e tre mesi.



Tuti i tre sono impuiati nell’abito del processo del processo che riguarda la scalata dell’Antonveneta da parte Banca popolare italiana. L’ex numero uno di Bankitalia, secondo l’accusa «è la persona senza la quale non ci sarebbe stata Antonveneta e Bnl». Si tratterebbe, addirittura, di  una scalata che il predecessore di Draghi avrebbe portato «avanti attraverso vie traverse, le vie della politica e dei rapporti».



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La tesi del pm Eugenio Fusco che ne ha richiesto la condanna è che il governatore «ha sempre sostenuto il progetto Fiorani», venendo così a prescindere dai soi ovvi doveri di imparzialità. Fusco ha, inoltre, chiesto il sequestro di 39,6 milioni e 1,2 milioni di sanzione pecuniaria per Unipol. Il gruppo è imputato, nella’ambuiito del processo, della violazione della legge 231 del 2001, che riguarda la  responsabilità delle aziende per i reati commessi dai propri dipendenti.

 



Sempre secondo Fusco, il tentativo di scalare l’Antonveneta «non interessava solo Fiorani, ma rientra in una logica del riassetto del sistema bancario italiano secondo il dirigismo di Fazio, in spregio a tutte le regole del Testo Unico della Finanza, del Codice Civile e del Codice Penale».