Ricorre oggi la festa di san Gerolamo Emiliani (Venezia, 1486 – Somasca, 8 febbraio 1537) fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca; è considerato “patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”, come disse Pio XI, nel 1928.
San Girolamo Emiliani era di nobili origini veneziane; nacque nel 1486, dopo un’avventurosa giovinezza, nel 1531 fece una scelta di vita radicale: abbandonò tutto e, pur rimanendo laico, si dedicò ad una missione verso i poveri e gli orfani, con cui decise di condividere la propria esistenza.



Egli visse in un periodo di sconvolgimenti all’interno della stessa Chiesa Cattolica, che attraversava allora il periodo delle Riforma. In questo contesto matura la sua esperienza religiosa matura, attraverso il movimento del Divino Amore, e vicino a personaggi di rilievo come Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini), il cardinale Gian Pietro Carafa (poi papa Paolo IV).
Come membro del Divino Amore san Girolamo prese in mano l’organizzazione delle opere di carità a Venezia (l’Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco). Grazie alla sua fama iniziò a girare tra le città della Lombardia e del Veneto, chiamato dai vescovi ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi.



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In questo modo san Girolamo costruì intorno a se una compagnia di collaboratori, una rete di persone impegnate in queste opere per poveri, malati e orfani e molti dei suoi compagni scelsero di condividere il suo stile di vita. Nacque così la Compagnia dei servi dei poveri, ora chiamati Padri Somaschi.
Girolamo morì a Somasca, in provincia di Lecco, l’8 febbraio 1537 dopo aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino. Fu questo il suo estremo atto d’amore, il sacrificio della vita in Cristo, condividendo i bisogni dei più derelitti.