L’Agenzia della entrate, per controllare se le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani corrispondono al loro tenore di vita, utilizzerà anche Facebook

Le maglie del fisco si stringono sui contribuenti – oltre che sugli evasori o presunti tali – con un ennesimo slancio di ingegno. Anche Facebook diventerà uno strumento in mano all’Agenzia delle entrate per stanare eventuali trasgressori. E’ quanto si è appreso a margine dell’inaugurazione della nuova sede regionale del Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia delle entrate. L’iniziativa rientra in una serie di operazioni volte a migliorare la capacità di controllo avvalendosi delle tecnologie e prevede un monitoraggio sui contribuenti a livello centrale.



Il direttore vicario dell’Agenzia delle entrate Marco Di Capua spiega che Facebook e altri social network saranno anche utilizzati per instaurare un dialogo con gli utenti. «Per necessità – ha spiegato Capua – abbiamo puntato prima di altri sull’innovazione tecnologica. Abbiamo l’esigenza di utilizzare strumenti d’avanguardia per rendere un servizio sempre più efficace al contribuente. Si parlava di Facebook: un’amministrazione non può chiudersi, l’Agenzia vuole essere vicina in termini di assistenza al contribuente. Lo sportello web Civis è già stato fatto per i professionisti e  non è da escludere un’evoluzione importante anche nel mondo dell’assistenza ai contribuenti».



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E se negli Usa Facebook viene utilizzato per aiutare i cittadini a svolgere più agilmente le pratiche per pagare le tasse o per aiutarli a recuperare tasse prelevate indebitamente, in Italia accade il contrario. Per questo, Capua ti tiene a precisare: «Al di là della figura un po’ mitica da Grande fratello, c’è attenzione al reddito consumato e ogni strumento che possa condurre ad avere informazioni viene usato, si chiami Facebook o sia un registro o l’iscrizione a un circolo esclusivo». In sostanza «l’ottica  rimane quella di focalizzare l’attenzione su come il soggetto spende, non per il fatto che spende ma per vedere se ha dichiarato».