In tema di interruzione di gravidanza, le leggi più conosciute pongono dei limiti dettati dalle settimane trascorse dal concepimento, riconoscendo solo ai feti più sviluppati lo status di persona e le relative tutele. Tutto questo potrebbe adesso cambiare in modo radicale.
Siamo negli Stati Uniti, precisamente nel piccolo Stato dell’Ohio, già protagonista in passato di decise azioni e iniziative pro-life. E’ in ballo una iniziativa legislativa che, a prescindere di come andrà a finire, porterà a un acceso dibattito e punterà ancora una volta i riflettori sulla lotta per il diritto alla vita e contro l’aborto. Si tratta dell'”Heartbeat Bill”, il “decreto legislativo del battito del cuore”, e a proporlo ufficialmente è un deputato repubblicano dello Stato dell’Ohio, Lynn Wachtmann. Di cosa si tratta? In breve: secondo la proposta di legge, se un feto ha il cuore funzionante, è in grado cioè di rilasciare i battiti del suo cuore, tale feto non potrà essere abortito. Ed essendo che il battito del cuore è possibile avvertirlo 18 giorni dopo il concepimento, automaticamente sarà vietato per le donne abortire dopo il 18esimo giorno.
Un abbassamento della possibilità di abortire clamoroso. “Ogni qualvolta il battito del cuore di un feto sarà identificato” ha detto il deputato alla stampa “quel bambino sarà protetto dall’aborto. Una cosa molto semplice. Dato che nel campo medico le tecnologie continuano a progredire, la protezione dei feti si avvicinerà sempre di più al momento stesso della concezione, cosa che per molti di noi è l’obiettivo finale nella difesa della vita”. Per dare forza a questa iniziativa, i promotori di questo decreto (tra cui l’associazione pro-life Faith2Action) hanno deciso di portare alla Commissione Salute della Camera dei deputati dell’Ohio un testimone particolarissimo, il più giovane testimone della storia: un feto di 18 giorni. In modo da far sentire ai commissari il battito del suo cuore. Il presidente di Faith2Action, Janet Porter ha così spiegato l’iniziativa: “Per la prima volta in un’aula, i legislatori stessi saranno in grado di vedere e sentire il battito del cuore di un bambino dentro alla pancia materna. Esattamente come i battiti di tutti quei cuori che l’Heartbeat Bill vuole proteggere”. Abbiamo contattato personalmente Janet Porter per farci spiegare a fondo il significato della battaglia “Heartbeat Bill”.
Cosa è esattamente Faith2Action? È una organizzazione solo religiosa o anche politica? Vi partecipano anche rappresentanti dei partiti americani?
Faith2Action è il più grande network in America di organizzazioni per la vita e la famiglia che operano insieme online per vincere la guerra culturale in favore della vita, della libertà e della famiglia. Abbiamo anche collegamenti internazionali, che speriamo continuino a crescere attraverso le mail che arrivano sul nostro sito www.f2a.org. Questo è anche lo strumento per far conoscere chi lavora per questo scopo nel luogo in cui uno vive, così da unire gli sforzi.
Dall’esterno, ad esempio qui in Italia, la divisione tra pro-life e pro-choice viene identificata come una divisione tra Repubblicani, pro-life, e Democratici, pro-choice. È veramente così o vi sono impostazioni diverse nei partiti?
Senz’altro tra le piattaforme programmatiche dei due partiti la divisione è quella indicata: i Repubblicani sostengono la vita, i Democratici l’aborto. Detto questo, all’interno dei partiti vi sono posizioni diverse: vi sono Repubblicani pro aborto e Democratici pro-life. Le stesse diversità vi sono all’interno della Commissione che sta esaminando lo Heartbeat Bill.
The Heartbeat Bill si basa sul riconoscimento del battito del cuore del feto, già verificabile prima dell’invenzione degli ultrasuoni. Come mai questo fatto “naturale” ha la possibilità di essere preso in considerazione laddove vengono rifiutate tante altre evidenze scientifiche?
I tribunali non hanno mai considerato questo particolare aspetto, che è unico e peculiare rispetto ad altri elementi presi in considerazione da leggi e tribunali. Per esempio, la protezione dal momento in cui il feto è definito “vitale”, cioè in grado di vivere fuori dell’utero, può salvare diversi bambini, ma dipende dalle tecnologie disponibili e può essere diverso a seconda dei tempi e dei luoghi; infatti non tutti gli ospedali sono avanzati in uguale misura. Il battito del cuore, invece, o lo si sente o non lo si sente, come per ogni altro paziente in qualsiasi ospedale di ogni parte del mondo. Non è l’inizio della vita, ma è un “indicatore” della vita, come sentire il polso. Non si seppellisce una persona il cui cuore batte, perché vuol dire che è viva. Questa legge porrà fine alla discriminazione e porterà allo stesso comportamento anche nei confronto degli inizi della vita.
Su quale principio giuridico si basa la vostra proposta di legge e in che modo si oppone alle leggi vigenti sull’aborto?
Nel periodo in cui sono stata Direttore Legislativo di Right to Life in Ohio (NdT: Diritto alla Vita, organizzazione pro-life), una dozzina di anni fa, ho lavorato per far approvare una serie di leggi migliorative, ad esempio sul consenso dei genitori, sul consenso informato delle donne con un periodo di sospensione di 24 ore, sul cosiddetto Fetal Homicide, quando una donna incinta viene uccisa, sui regolamenti clinici, sui finanziamenti, e la prima legge negli Stati Uniti che proibiva l’aborto con nascita parziale. Leggi molto buone, ma che rappresentano solo dei miglioramenti. Tutte insieme non danno la protezione che la legge sul battito del cuore assicurerà, fino a 20.000 bambini nel suo primo anno in Ohio.
Se lo Heartbeat Bill verrà approvato quali cambiamenti introdurrà nel sistema giuridico americano? Un ricorso alla Corte Suprema e una sua possibile decisione negativa vedrebbero cancellata la legge?
Se lo Heartbeat Bill verrà approvato, cambierà tutto. Un ricorso alla Corte sarebbe un bene, perché per ottenere prima bisogna chiedere. Anche se all’inizio perdessimo, come nel 1995 con la messa al bando dell’aborto con nascita parziale, ci sono già altri Stati pronti a seguirci , come appunto successe allora. Erano 30 gli stati che avevano adottato una legge simile a quella dell’Ohio e la Corte Suprema prese in esame quella dello Stato del Nebraska, e disse “no”. Ma non tutto era perduto e, come nella parabola della vedova molesta, noi abbiamo continuato a bussare alla porta della Corte e anche un “giudice iniquo” alla fine ci ha reso giustizia. Sette anni dopo, nel 2007 la Corte disse finalmente “sì”, proibendo quel metodo brutale di aborto chiamato “con nascita parziale”.
Un feto può avere il battito cardiaco ed avere gravi danni cerebrali. Se la legge viene approvata, pensa che questi bimbi saranno curati meglio? O ci sarà la possibilità di altri casi Terry Schiavo?
La legge fermerà la discriminazione. Come una persona disabile o ammalata ha ancora un cuore che batte e continua a essere fatta a immagine di Dio e ha diritto a essere curata (il che include, naturalmente, acqua e cibo), così dovrà essere per il bambino. Colgo l’occasione per scusarmi a nome del mio Paese per l’orrenda tragedia e per il messaggio che abbiamo mandato a tutto il mondo con quell’atto crudele, che non sarebbe stato tollerato per un cane, con cui è stata fatta morire di fame e sete una donna disabile. Ho combattuto per la vita di Terry fino all’ultimo.
La Chiesa Cattolica ha sempre difeso la vita fin dal suo concepimento. Pensa che questa posizione sia ancor più “giusta” rispetto allo Heartbeat Bill o piuttosto questa legge rappresenta principalmente un tentativo di diminuire il numero degli aborti?
La posizione della Chiesa è giusta ed è confermata da ogni libro di biologia, embriologia e fetologia: la vita comincia con il concepimento. Come un vigile del fuoco di fronte a un edificio che brucia, stiamo solamente cercando di porre in salvo più bambini possibili in un solo viaggio. Portati in salvo questi, torneremo per salvare anche gli altri.
Pensa che una iniziativa come la vostra finisca per radicalizzare il conflitto tra pro-choice e pro-life?
In effetti, chi è in favore dell’aborto detesta questa proposta di legge. Hanno perfino scritto che la considerano più “pericolosa” dei Personhood Amendments (che cercano di proteggere il bambino dalla concezione). Di fronte a questa proposta non possono più usare le solite tattiche allarmistiche dello “stupro e incesto” e non funzione più neppure il loro mantra favorito della “scelta”, perché la proposta dice semplicemente: se senti il cuore del bambino battere, non fermarlo. È centrata sul bambino e, come il fondatore del National Right to Life e attuale presidente dell’International Right to Life, Dr. Jack Willke, ha testimoniato di fronte alla Commissione, potrà salvare il 90/95% dei bambini altrimenti destinati a essere abortiti.
(Paolo Vites)