La Corte Europea dei Diritti Umani ha accolto il ricorso dell’Italia sulla sentenza relativa all’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche. Italia assolta, perché “non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nella aule scolastiche”. La Corte ha approvato con il voto favorevole di 15 giudici e quello contrario di due di essi.



La prima sentenza della Corte Europea per i Diritti Umani aveva dato ragione alla richiedente, la finlandese residente in Italia Soile Lautsi che aveva presentato ricorso alla Corte perché sosteneva che la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane costituiva una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo coscienza e senza interferenze da parte dello Stato, nonché una violazione della libertà di pensiero, coscienza e religione degli alunni. Era il 2006. Da allora era cominciato uno scontro anche abbastanza duro tra governo italiano, opinione pubblica, Chiesa controlla sentenza. In particolar modo il ministro Frattini aveva preso a seguir personalmente il caso, facendo appunto ricorso a nome del governo italiano sottolineando la profonda offesa arrecata dalla Corte ai cattolici.



Con il nostro Paese si erano schierati altri, membri del consiglio d’Europa, (Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Principato di Monaco, Romania, Russia e San Marino) In un sondaggio effettuato pochi giorni fa in Italia, l’84% degli intervistati si era dichiarato favorevole ai crocifissi nelle aule scolastiche.

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