Si celebra oggi come santo del giorno santo Stefano Harding, abate. Svolse un ruolo fondamentale di riforma dei costumi nel monastero di Cîteaux dove accolse anche il famoso Bernardo con trenta suoi compagni e fu fondatore di molti monasteri.
Santo Stefano Harding nacque verso il 1060, dalla nobile famiglia degli Harding, a Meriot nei dintorni di Sherborne nella contea del Dorset (Inghilterra Meridionale). Dopo una gioventù piuttosto burrascosa decise poi di entrare, ancora giovane, nell’abbazia benedettina di Sherborne, dove fece la professione religiosa, ma durante gli sconvolgimenti conseguenti alla conquista normanna, abbandonò la vita religiosa e partì per la Scozia; poi si spostò a Parigi per dedicarsi agli studi.



In seguito, decise di fare un pellegrinaggio a Roma per espiare i suoi peccati e sulla via del ritorno insieme al compagno di viaggio si fermarono nell’abbazia cluniacense di Molesme in Borgogna. Santo Stefano, attratto dalla vita monastica si fermò lì. L’abbazia di Molesme prosperò, fondò filiali e divenne ricca e potente; venne però meno lo spirito iniziale di riforma del cenobitismo. Allora, l’abate fondatore Roberto, con un piccolo gruppo di monaci fedeli, fra cui Stefano Harding, rimasti tutti fedeli allo spirito degli inizi, mentre il resto della comunità propendeva per la regola di Cluny, decisero di lasciare l’abbazia di Molesme e l’abate Roberto, ottenuta l’autorizzazione dell’arcivescovo di Lione, fondò a Citeaux, a circa 20 km a sud di Digione, un nuovo monastero.
Non appena l’abate Roberto se ne andò la comunità di Molesme fu screditata in tutta la regione al punto che si rivolse al papa che chiese a Roberto di tornare. Questi allora lasciò a Citeaux come abate il monaco Alberico.
Non fu vita facile inizialmente per il monastero di Citeaux che non cresceva nel numero dei monaci. Dopo dieci anni l’abate Alberico morì nel 1109 e fu eletto suo successore il monaco cofondatore Stefano Harding. Questi si dedicò con tutte le proprie forze a riformare e riorganizzare il nuovo Ordine, in particolare con la Charta Caritatis, approvata nel 1119). Tra i nuovi monaci che santo Stefano Harding accolse ci fu anche san Bernardo signore di Fontaine-les-Dijon, il quale si presentò con una trentina di compagni, parenti ed amici, per prendere l’abito cistercense.



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Questo provvidenziale dono fu vitale per il futuro del monastero. Ben presto altri monaci si aggiunsero, al punto che dal 1113, santo Stefano inviò monaci a fondare le abbazie di La Ferté, Pontigny, Clairvaux con s. Bernardo come abate e Morimond, che furono proprio chiamate “le quattro figlie di Citeaux”.
Iniziò quindi, grazie anche al grande contributo di santo Stefano e san Bernardo, un periodo di grande prosperità per i monasteri cistercensi in tutta Europa.
Con la Carta della Carità santo Stefano riuscì a unire i vari monasteri con un legame di carità e unità, secondo un ordine gerarchico. Questa costituzione fu approvata il 23 dicembre 1119 da papa Callisto II, confermando così la fondazione dell’Ordine Cisterciense. La Santa Sede propose questa costituzione come modello, a tutti gli Ordini religiosi, nel IV Concilio Lateranense del 1215.
Dopo 24 anni di governo a Citeaux  santo Stefano, stanco ed ammalato, si dimise nel 1133 e morì il 28 marzo 1134; alla sua morte l’Ordine Cisterciense contava già più di settanta monasteri diffusi in tutta Europa.