-Il santo del giorno che si ricorda oggi, santo Stanislao, fu Vescovo di Cracovia ed è patrono della Polonia; si impegnò con ogni forza per sostenere la libertà della Chiesa e la dignità dell’uomo, difese i più poveri e indifesi. Visse nell’11° secolo in una famiglia profondamente cristiana dove imparò fin da piccolo a pregare e a fare anche dei piccoli sacrifici. Studiò inizialmente a Gniezno, celebre università della Polonia, poi a Parigi, dove per sette anni si applicò allo studio dei diritto canonico e della teologia. Per umiltà rifiutò il grado accademico di dottore. Tornato in Polonia divenne un rinomato professore e con i beni che si trovò a disposizione potè con più facilità dedicarsi a opere caritatevoli e a servire Dio. Il vescovo di Cracovia, Lamberto Zurla, conoscendo quanto grande fosse la sapienza e la virtù di lui, lo ordinò sacerdote e lo fece canonico della cattedrale.
Dopo la morte di Lamberto, tutti lo vollero suo successore: egli fu dapprima restio, giudicandosi indegno, poi si piegò all’ordine formale di Alessandro II. Si dedicò sempre ai più bisognosi, stilando persino un elenco per non dimenticare nessuno. La sua casa era sempre aperta a chiunque avesse bisogno di un consiglio o un aiuto. Santo Stanislao si trovò ad affrontare un re particolarmente ostico: Boleslao II l’Ardito, che sicuramente aveva dimostrato coraggio nella guerra contro i Russi, ma era poi dedito ai più cattivi costumi nella vita privata ed era un tiranno in quella pubblica. Santo Stanislao però andava di tanto in tanto a trovarlo per cercare di farlo desistere dai propri crimini e malvagie abitudini.
Dopo qualche accenno di pentimento, il re continuò a fare di testa sua. Alla fine santo Stanislaob ebbe il coraggio di minacciarlo di scomunica: Boleslao II andò su tutte le furie, consigliandogli di fare piuttosto il porcaio che il vescovo. Il santo allora gli rispose: “Non stabilite nessun paragone tra la dignità regale e quella episcopale perché la prima sta alla seconda come la luna al sole o il piombo all’oro”.
Il re quindi decise di vendicarsi dell’insolenza di santo Stanislao e convocò i nipoti di un uomo di nome Pietro, in quel momento già morto, che aveva venduto un terreno al vescovo, alla presenza di testimoni, ma senza quietanza di pagamento. Il re quindi esortò i nipoti a richiederne l’eredità come un bene usurpato dal vescovo. I testimoni dell’atto di vendita non osarono contrapporsi al re e santo Stanislao stava per essere condannato quando chiese ai giudici una dilazione di tre giorni, promettendo di fare comparire in persona Pietro, morto da tre anni.
Santo Stanislao ebbe infatti un’intuizione divina, che grazie alla preghiera il morto sarebbe risuscitato per testimoniare la verità e così fu. Lo condusse in tribunale, dove Pietro, di fronte ai presenti che non credevano ai propri occhi, dichiarò che il vescovo gli aveva pagato quella terra davanti ai due testimoni che pochi giorni prima avevano tradito la verità. E rimproverò anche i suoi nipoti. Bonislao II rimase molto colpito, e mitigò la sua lussuria e malvagità. Ma dopo poco tempo ricadde nelle vecchie abitudini, al punto che santo Stanislao non poté fare altro che scomunicarlo e impedirgli di varcare la soglia delle chiese. Inoltre, per non essere turbato dalla presenza di lui nella celebrazione della Santa Messa, andava a dirla nella chiesa di San Michele, fuori Cracovia. Boleslao II ordinò alle sue guardie di massacrarlo in quella chiesa, ma essi caddero a terra respinti da una forza misteriosa. Fu allora lo stesso re a precipitarsi su santo Stanislao e ucciderlo con un fortissimo colpo sul capo che gli
Fece schizzare le cervella contro la parete. Era l’11 aprile del 1079. In preda alla rabbia vendicativa gli tagliò il naso e le labbra e diede ordine che il cadavere fosse trascinato fuori della chiesa, fatto a pezzi e disperso per i campi per diventare cibo delle bestie selvatiche. Ma quattro aquile mandate da Dio custodirono il suo corpo, di notte rilucendo di uno strano splendore. Alcuni sacerdoti e pii fedeli, fatti audaci da quei prodigi osarono, nonostante la proibizione del re, di raccogliere le sue spoglie che profumavano e seppellirle alla porta della chiesa di San Michele. Due anni più tardi il corpo di Stanislao fu trasportato a Cracovia e seppellito in seguito nella cattedrale.
(Fonte: santiebeati.it)