-Oggi si ricorda come santo del giorno San Martino I, papa e martire, che condannò nel Sinodo Lateranense l’eresia monotelita. Egli visse tra la fine del VI e il VII secolo, epoca in cui ancora prendevano piede le ultime controversie cristologiche e proprio queste sarebbero state la causa della sua morte.
San Martino I nacque a Todi ed era diacono della Chiesa romana, succedette a papa Teodoro sul soglio pontificio (13 maggio 649) e mostrò subito una mano molto ferma nel reggere il timone della barca di Pietro. Egli infatti non aspettò conferma alla sua elezione dall’imperatore bizantino Costante II che l’anno precedente aveva promulgato il Tipo, un documento in difesa della tesi eretica dei monoteliti.
Anzi, indisse subito dopo la sua elezione un grande concilio per arginare l’eresia monotelita, a seguito del quale furono condannati tutti gli scritti monoteliti. Questo fatto suscitò la reazione colma d’ira dell’imperatore bizantino che ordinò all’esarca di Ravenna, Olimpio, arrestare il papa a Roma. Olimpio addirittura tentò di fare assassinare il papa dal suo scudiero, durante una Messa a S. Maria Maggiore presieduta proprio da San Martino I. Al momento della Comunione il sicario estrasse il pugnale, ma fu d’improvviso, miracolosamente accecato. A seguito di ciò Olimpio decise di mutare atteggiamento, si riconciliò con il papa e decise di volgere le proprie forze contro Costantinopoli.



Ma nel 653 Olimpio morì di peste e l’imperatore poté compiere la sua vendetta, facendo arrestare il papa dal nuovo esarca di Ravenna, Teodoro Calliopa. San Martino I venne arresatto con l’accusa di essersi appropriato in modo illegale della carica pontificia e e di aver tramato con Olimpio contro Costantinopoli, e venne portato nella città del Bosforo; un viaggio durante il quale iniziò già il suo martirio. I fedeli accorrevano a incontrare il papa ma a nessuno fu concesso di avvicinarsi. San Martino I era provato addirittura dell’acqua. A Costantinopoli il papa fu steso in un giaciglio per strada e lasciato al pubblico ludibrio, per poi essere rinchiuso in cella per tre mesi. Iniziò poi un lungo processo, accompagnato da continue e terribili torture, tanto che San Martino I guardava alla morte come a un beneficio. Il 26 marzo 655 fu fatto partire segretamente per l’esilio a Chersonea in Crimea, lasciato da solo, in catene a soffrire la fame, morì il 16 settembre 655.



(Fonte: santiebeati)

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