Giorgio Napolitano, sulla giustizia, parla di pericolose esasperazioni e invita le forze politiche e istituzionali da abbassare i toni.

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, invia una lettera al Csm per sottolineare come il clima sempre più incandescente, e lo scontro con le istituzioni abbia ormai raggiunto il limite. «Nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si sta toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni», ha dichiarato richiamando «al senso della misura e della responsabilità» tutte le forze in campo.



In particolare, riferendosi, ai manifesti affissi nei giorni scorsi a Milano, negli spazi riservati alla campagna elettorale, recanti la scritta: “Via le Br dalle Procure”, ha parlato di «provocazione ignobile». Secondo l’inquilino del Colle, si è trattato di una «intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle Br, magistrati e non». Il presidente ha, inoltre, aggiunto: «In questo modo si getta fango su uomini che sono morti per combattere il terrorismo». 



Annunciando, poi, che la giornata del 9 maggio sarà dedicata al ricordo dei magistrati italiani uccisi dai terroristi, nella lettera inviata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha scritto: «le sarò grato se – a mio nome – vorrà invitare alla cerimonia i famigliari dei magistrati uccisi e, assieme, i presidenti e i procuratori generali delle Corti di Appello di Genova, Milano, Salerno e Roma, vertici distrettuali degli uffici presso i quali prestavano la loro opera Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione».