E’ stata la passione per la bicicletta a costargli la vita: Pietro Ferrero, amministratore delegato ed erede dell’impero della cioccolata, è morto ieri a 47 mentre faceva una escursione in bicicletta.
Era un grande appassionato del mezzo, era solito fare molta attività anche con ciclisti professionisti di cui era diventato molto amico. Si trovava in Sudafrica per lavoro. Un infarto fulminante mentre, a metà pomeriggio stava percorrendo la strada che collega Città del Capo a Hout Bay. Si trovava con il padre Michele Ferrero e altri dirigenti dell’azienda per decidere dove aprire un nuovo stabilimento nel paese africano. Sarebbe stato il diciannovesimo stabilimento all’estero della ditta Ferrero, forse la più grande azienda specializzata in cioccolata al mondo, famosa per i gianduiotti, la Nutella e gli Ovetti Kinder. «Siamo stati informati telefonicamente della morte di Ferrero – dice Marco Giungi, ministro consigliere dell’ambasciata italiana a Pretoria. “Il decesso era avvenuto poco prima, alle 16. Al momento le notizie sono ancora frammentarie. Solo l’inchiesta potrà chiarire i particolari. Siamo in contatto costante con la Ferrero e con la polizia».
Inizialmente si era parlato di un possibile incidente, si tratta di una strada molto percorsa dai pendolari, però le persone che erano con Pietro Ferrero hanno raccontato di averlo visto accasciarsi improvvisamente mentre stava pedalando. La salma si trova adesso nella camera mortuaria di Città del Capo, in attesa di poter tornare in Italia. Pietro Ferrero era sposato con Luisa Strumia, aveva tre figli: Michael, Marie Eder e John. La coppia era sposata da otto anni. Insieme al fratello Giovanni era amministratore delegato della Ferrero.