La “Passione” di Gesù ha il suo apice nel Venerdì Santo: con essa vengono indicati tutti gli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce. Tutta la serie di avvenimenti dolorosi prese il nome di “Via Crucis”, una pratica extraliturgica, introdotta in Europa dal domenicano beato Alvaro nel 1400 e dopo di lui dai Frati Minori Francescani. La Passione inizia dopo l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli, momento in cui Cristo si dona completamente a noi, nel Sacramento dell’Eucaristia. L’Ultima Cena istituisce anche il Sacerdozio cristiano e con essa Gesù offre una grande lezione di umiltà e di amore con la lavanda dei piedi dei Dodici Apostoli. Era la primavera dell’anno 30 e Gesù si era recato con i suoi discepoli dalla Galilea a Gerusalemme per la Pasqua ebraica.
Dopo L’Ultima Cena, gli apotoli si addormentano e Gesù prega Dio Padre nell’Orto degli Ulivi. Qui Giuda con un bacio lo tradisce e lo consegna nella mani dei suoi aguzzini. Gesù viene quindi arrestato di notte dai soldati e dalle guardie dei sommi sacerdoti e dei farisei; e viene interrogato da Anna, ex sommo sacerdote molto potente e suocero del sommo sacerdote in carica Caifa; in seguito viene sottoposto al giudizio del Sinedrio giudaico capeggiato da Caifa, che formula un’accusa con cui possa essere condannato a morte. Questa tuttavia, per la legge in vigore a Gerusalemme, non poteva essere attuata dalle autorità ebraiche. Nel frattempo, come Gesù aveva preannunciato, Pietro lo rinnega tre volte. Il Figlio di Dio viene quindi condotto dal governatore romano Ponzio Pilato: sul suo capo pende l’accusa di essersi proclamato re dei Giudei, ledendo la maestà dell’imperatore. Pilato è consapevole che Gesù non ha alcuna colpa e per questo lo manda da re Erode: questo lo interroga ancora, poi del tutto disarmato, non trova altro da fare che insultarlo e dopo averlo rivestito di una splendida veste lo rimanda da Pilato. Il governatore chiede al popolo che colpa abbia Gesù, ma poi al grido di flagellarlo, fa eseguire questa prima condanna per calmare il popolo; in seguito quando viene chiesto di crocifiggerlo Pilato chiede al popolo se intendevano scegliere fra Gesù e un ribelle prigioniero di nome Barabba, che aveva molti morti sulla coscienza, ma anche in questa scelta il popolo si esprime a favore di Barabba. Per questo Ponzio Pilato si lava le mani e condanna Gesù.
I soldati pongono sul capo di Gesù una corona di spine pungenti e lo caricano, benché già straziato dalla flagellazione, del “patibulum”. Quindi si avviano sulla collina del Golgota o Calvario, luogo dell’esecuzione. Ecco quindi le varie tappe della Via Crucis, su cui i Vangeli non concordano perfettamente ma che sono rimaste impresse nella tradizione:
l’incontro con Simone di Cirene, obbligato dai soldati a portare la croce di Gesù; l’incontro con le donne di Gerusalemme alle quali Gesù dice di piangere su loro stesse; l’incontro con la Veronica, le cadute lungo la salita del Calvario.
Arrivati in cima, Gesù viene spogliato delle vesti che i soldati si giocano a sorte, poi crocifisso con chiodi alla croce, tortura orribile e atroce, che conduce Gesù alla morte dopo qualche ora, sempre fra insulti e offese. Anziché spezzargli le gambe, per rendere immediata la morte, uno dei centurioni gli perforò il costato per accertare che fosse morto, da cui sgorgò sangue e acqua. Gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù sono accompagnati da una serie di fatti molto concitati e densi di significato: lo scambio di parole con i due ladroni e la promessa a Disma che quel giorno stesso sarebbe andato con Gesù nel suo Regno. Giuda intanto si suicida e il Velo del Tempio di Gerusalemme, al levarsi di un vento terribile, si squarcia, mentre il cielo si oscura alle tre del pomeriggio nell’ora della morte di Gesù. Poi la terra viene percossa da un terremoto. Ai piedi della Croce sono presenti Maria sua madre, Maria di Magdala (Maddalena), Maria di Cleofa, madre di Giacomo il Minore e Giuseppe, Salome madre dei figli di Zebedeo e Giovanni il più giovane degli apostoli. Gesù affida reciprocamente Maria a Giovanni, come madre e figlio. Il corpo di Cristo viene quindi deposto dalla Croce e sepolto in una tomba data da Giuseppe d’Arimatea, anche lui diventato suo discepolo, avvolto in un candido lenzuolo e cosparso degli oli e aromi usuali. Quindi la tomba scavata nella roccia, viene chiusa da una grossa pietra.