Prima con un autobomba, poi, con del veleno. Così una donna di Torino aveva pianificato di uccidere il marito. E sarebbe riuscita nel suo intento se non fosse stata fermata dagli agenti della Squadra mobile.
Sull’automobile del consorte, una Renault Clio parcheggiata davanti ad una scuola, in via Veronese, aveva montato un ordigno artigianale. Assieme alla donna, Emanuela Lopez, operaia di 37 anni, è stato arrestato anche l’amante, Edoardo Domenico Simbula, artigiano di 38 anni. I due hanno confessato di fronte al magistrato, raccontando le loro intenzioni. Il marito, il 15 di aprile, alle 9 di mattina, aveva avvertito provenire dalla propria vettura un forte odore di gas. Dal bagagliaio, inoltre, aveva scorto che uscivano alcuni fili. Contattato immediatamente il 113, gli agenti, giunti sul posto avevano trovato nel portabagagli una bombola del gas aperta. L’abitacolo era già quasi del tutto saturato e alla portiera del posto di guida era stato collegato un congegno di innesco rudimentale, costituito da un accendino e un doppio filo di metallo. Per rendere l’esplosione ancor più dirompente, all’interno dell’auto era stata posizionata una tanica di benzina. L’uomo aveva raccontata alla polizia che non aveva idea di chi potesse essere l’autore del gesto.
Sull’auto non c’erano segni di effrazione, il che aveva insospettito gli investigatori. La moglie e l’amante, da allora al centro delle indagini, fallito l’attentato avevano pianificato di uccidere l’uomo sciogliendoli in una zuppa un miscuglio mortale di veleno per topi e scarafaggi. Grazie ad alcune intercettazioni, tuttavia, i due sono stati arrestati prima di portare a termine il loro piano.