Il capo del governo provvisorio tunisino ha annunciato che è stata raggiunta un’intesa con l’Italia per il rientro dei clandestini e per la limitazione dei flussi.

Dopo il viaggio, ieri, del premier Berlusconi e del ministro dell’Interno Roberto Maroni a Tunisi, sembra che qualcosa si stia smuovendo. La rappresentanza italiana, ieri, aveva portato in dote un cospicuo pacchetto di aiuti (sembra 300 milioni di euro) in sostegni alle pmi locali, ai sistemi radar di rivelamento e alla bilancia dei cambiamenti in cambio dell’impegno a trovare una soluzione condivisa per limitare il flusso di clandestini verso le coste italiane e riprendersi quelli già sbarcati.



Non era stata trovata, tuttavia, alcuna intesa, anche se la commissione italo-tunisina di esperti messa in piedi ieri era stata vista da più come un segnale positivo. Ma oggi ci sarebbe stata la svolta. Il premier Beji Caid Essebsi ha annunciato che il governo provvisorio tunisino ha trovato una soluzione per lo status dei 22 mila migranti in Italia. «La nostra politica estera è governata da regole basate sul diritto internazionale», ha detto sottolineando che l’accordo raggiunto sarebbe «un fatto senza precedenti per la politica estera tunisina». 



Il capo del governo non ha, in ogni caso, spiegato i dettagli della soluzione condivisa. Oggi, intanto, è giunta nel Paese una delegazione guidata dal titolare del Viminale Maroni che ha incontrato il suo omologo Habib Essid per la definizione dell’intesa. «Siamo qui per concludere l’accordo, l’obiettivo è questo: speriamo di fare una buona cosa», ha dichiarato. Secondo indiscrezioni, un prima parte dell’accordo consisterebbe nel rientro di circa 1400 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa.  

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