Sono arrivati a terra i primi superstiti della tragedia avvenuta questa notte al largo delle coste di Lampedusa, quando un barcone con 300 persone è affondato. Si tratta di una 50ina di persone.

Sono giunti a terra i primi superstiti della più grande tragedia che, dall’inizio dei conflitti in Nord-Africa, ha colpito i migranti avventuratisi in mare alla volta delle coste italiane. Si tratta di una 50ina di persone, portate a Lampedusa dalla Guardia Costiera, e scampate al naufragio del barcone sul quale si trovavano 300 persone. Il natante, di 13 metri, era partito due giorni fa da Zuwarah, inLibia A bordo, soprattutto somali ed eritrei. Molte le donne, e i bambini che non ce l’hanno fatta. La tragedia è avvenuta questa notte, attorno alle 4, in acque maltesi.



Dal barcone era stato lanciato un Sos raccolto dalla Guardia costiera maltese che lo aveva rigirato a quella italiana. Il mare era a forza 4 e quando è giunta sul posto una motovedetta, i passeggeri del barcone hanno iniziato a sbracciarsi. La concitazione a bordo, il mare in burrasca e una falla, hanno reso inevitabile l’affondamento della nave. «La barca si è capovolta e tanti sono caduti in acqua tra cui la mia fidanzata e un mio amico. Siamo partiti dalla Libia. Due notti in viaggio» è la testimonianza di un sopravissuto che ha detto di chiamarsi Peter Hugo, di essere del Camerun e di avere 29 anni.



«Pochi sono sopravvissuti», ha aggiunto, spiegando di aver pagato 400 dollari per il viaggio. «Con me tanta gente, tra cui tre bambini e molte donne». La Guardia costiera continua a setacciare la zona nella speranza di intravedere, al più presto, un braccio alzato sollevarsi dall’acqua. 

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