Dopo il venire a galla di numerosissimi indizi ed elementi sulla morte di Carmela Melania Rea, la donna scomparsa il 18 aprile scorso e ritrovata due giorni dopo in un boschetto nel Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella (Teramo), trafitta da 37 coltellate, il quadro, che sembrava di giorno in giorno più intricato, inizia a definirsi. Secondo quanto è emerso dopo il nuovo esame autoptico, la donna è stata uccisa dopo una rapida colluttazione. Le analisti sono state effettuate dal prof. Adriano Tagliabracci, a Teramo, e hanno fatto emergere che la vittima non sarebbe stata tramortita dall’assassino. Resta da precisare l’ora della morte che sarebbe avvenuta tra le 14 e le 17. E’ ancora ignoto, invece, quanto tempo dopo il decesso siano state inflitte le coltellate della seconda serie, tentativo rozzo, secondo gli inquirenti, per depistare le indagini così come la svastica incisa sul suo corpo e la siringa conficcata in gola. Altro giallo da chiarire, quello recente relativo al cellulare “a singhiozzo”, ritrovato vicino al cadavere.
Ha squillato, a vuoto, fino alle 19 del 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania, quando i familiari hanno ripetutamente provato a chiamarla. Ha smesso di funzionare per tutto il 19, per poi riprendere a funzionare il 20. Un fenomeno che può esser dipeso dalla scarsa copertura del boschetto. Gli investigatori, tuttavia, si domandano come abbia potuto non scaricarsi e se l’assassino, per depistare ulteriormente le indagini, non abbia tolto e, in secondo momento, rimesso la batteria.