Sì alla costruzione di una moschea, a Milano, purché nel rispetto delle leggi e delle esigenze sociali e di sicurezza della cittadinanza. E’, in sintesi, quanto espresso dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata che ha risposto, durante la presentazione dei lavori della 63esima Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano, ad un giornalista che gli aveva rivolto una domanda sull’ipotesi di costruire a Milano un luogo di culto per i fedeli musulmani. Crociata ha spiegato che la costruzione della moschea risponde al «diritto fondamentale della libertà religiosa e di poter disporre di luoghi di culto»; tuttavia, non trattandosi unicamente di un luogo di culto ma anche di «aggregazione sociale, culturale e di incontro», è necessario, ha aggiunto, che risponda «alle esigenze di vita sociale e comunitaria secondo la nostra comunità civile, la nostra Costituzione e le leggi che in Italia regolano la convivenza». La presa di posizione di Crociata è apparsa a molti come una replica al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che in un editoriale, ieri, accusava il vescovo di Milano e parte del mondo cattolico di darsi da fare per Pisapia e, proprio come il candidato sindaco dell’estrema sinistra, di dirsi d’accordo con la costruzione di una moschea sul suolo meneghino.
«I credenti – ha, poi, spiegato Crociata – esprimono le loro convinzioni dentro una visione della fede cristiana che guarda al bene comune e non come interesse di parte e dunque esprimono il voto nelle elezioni politiche o amministrative secondo la loro coscienza senza coinvolgere la comunità cristiana, cercando di rappresentare il bene comune dell’uomo nell’uno o nell’altro schieramento».