In aula per difendere il suo assistito Silvio Berlusconi, assente perché a Bucarest in missione, l’avvocato Niccolò Ghedini, nell’ambito del processo che vede il premier accusato di concussione e prostituzione minorile, si è rivolto ai giudici chiedendo che laddove «si ritenesse che Berlusconi non fosse pubblico ufficiale di pronunciare una sentenza di proscioglimento immediato, oppure qualora si sostenesse che ha agito come pubblico ufficiale, cioè come presidente del consiglio, di inviare al Tribunale dei ministri di Milano gli atti». Questo in merito alla prima accusa e alle ragioni dell’incompetenza funzionale. Non solo. Ghedini ha sottolineato come vi fosse, da parte del capo del governo, un «convincimento chiaro e incontrovertibile» che Ruby fosse la nipote dell’ex presidente Mubarak. Ghedini ha fatto presente ai giudici che, se lo ritengono opportuno, possono ascoltare come testimoni altre persone presenti all’incontro tra Berlusconi e Mubarak in cui era emerso tale convincimento. Tra questi, già sentiti nelle indagini difensive, i ministri Frattini e Galan, Paolo Bonaiuti e l’interprete che presente all’incontro.
«Queste indagini difensive comprovano anche il collegamento funzionale del presunto reato», ha aggiunto Ghedini. Sempre a quanto riportato dall’avvocato, il premier, espresse un «convincimento chiaro e incontrovertibile», che «lo aveva guidato a fare dichiarazioni ufficiali in un pranzo formale». In tutto, all’udienza di oggi, Ghedini ha presentato 16 eccezioni. Oltre alla competenza territoriale, cinque sono relative al rito immediato, quattro alle intercettazioni, una alla violazione della corrispondenza e due sul fascicolo dibattimentale.