A più di sei mesi dalla scomparsa di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra sparita nel nulla, il 26 novembre scorso, dopo un allenamento in palestra, e ritrovata morta tre mesi dopo in un campo di un paese vicino al luogo della scomparsa, non c’è ancora un indiziato. La recente ipotesi secondo cui sarebbe stato un branco a rapirla e ad assassinarla non regge. Anzi: è «una cavolata senza alcun fondamento»; è l’opinione del Pm Letizia Ruggeri, secondo la quale «qualcuno ha messo insieme alcuni elementi emersi dalle indagini e ha dedotto che a colpire la ragazza sia stato un gruppo di ragazzi ma si tratta di una deduzione azzardata». Una tale ricostruzione potrebbe esser derivata dal fatto che sugli indumenti della giovane ginnasta erano stati ritrovati tracce di Dna, quattro almeno, di cui una femminile. Non si sa, tuttavia, se quelle maschili appartengano alla stessa persona. Su questo gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Intanto, La Cronaca di Piacenza rivela che sono stati prelevati i campioni di Dna di 4 piacentini.
Sarebbero stati convocati nei giorni scorsi dai carabinieri di via Beverora dopo che i loro cellulari avevano agganciato le celle dei ripetitori di Brembate di Sopra in un arco temporale compatibile con il delitto. Si tratterebbe di due donne e di due autotrasportatori. La medesima cosa è accaduta a molti bergamaschi che sono passati da Brembate di Sopra con il telefono acceso nei giorni che vanno dal 25 al 27 novembre.