«Bisignani? E’ una nullità». E’ il giudizio tranchant di Vittorio Sgarbi sull’uomo al centro delle intercettazioni sulla presunta P4, che sta facendo tremare i vertici del Palazzo. Una vicenda sulla quale è in corso uno scontro tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e i pm che stanno conducendo l’inchiesta. Per Sgarbi, «Alfano ha mille volte ragione. Conosco Bisignani perfettamente da sempre e il suo potere è finito con Andreotti, se mai ne ha avuto qualcuno, e le cose che dice sono insensate». Ilsussidiario.net ha raccolto in esclusiva l’invettiva del critico d’arte sulla vicenda al centro della politica italiana.



Sgarbi, che cosa ne pensa dello scandalo Bisignani?

Lo scandalo dell’Italia in questo momento è uno solo: la pubblicazione continua di immonde intercettazioni di una nullità assoluta come Bisignani. Si tratta di un personaggio che non ha nessun rilievo rispetto a qualsiasi tipo di potere. E’ uno che conosce delle persone, da Letta in giù, e che le chiama, per poi non dire nulla di interessante, o che abbia a che fare con dei reati. Eppure è stato intercettato da un magistrato, il quale spende i soldi miei e degli altri contribuenti per farmi leggere delle cretinate. Se lo Stato risparmiasse 270 milioni di euro all’anno in intercettazioni, perlopiù dedicate a cretinate di imbecilli, poi sarebbe possibile utilizzare quei soldi in modo più utile. Peccato che non si legga mai nessuno che dica: «Lo scandalo intercettazioni».



Che cosa ne pensa del richiamo di Alfano ai pm?

Alfano ha mille volte ragione. Woodcock andrebbe sanzionato, perché si permette di usare dei soldi pubblici per scoprire che cosa dice Bisignani alla Santanché o alla Prestigiacomo. Un fatto grottesco e inaudito, uno scandalo di gravità assoluta, di fronte al quale il presidente della Repubblica tace perché evidentemente non sa nulla. Sarei felice di leggere l’intercettazione di una telefonata tra Bisignani e il presidente della Repubblica, in cui Napolitano gli dice: «Ah come sta caro Bisignani, venga a trovarmi con sua zia». Roba da pazzi, roba da pazzi.



Ma perché è così furioso?

Ma si rende conto? 272 milioni di euro spesi in intercettazioni, di cui tre quarti sono scemenze. I pm sono giunti a intercettare Vittorio Emanuele per scoprire con chi andava a letto: davvero inaudito. Occorrerebbe obbligare i pm a spendere il 10% di queste somme per intercettazioni che riguardano reati di mafia, e utilizzare tutto il resto per il restauro dei monumenti e per la cultura. Quindi 270 milioni dello Stato per i monumenti, e 25 milioni per le intercettazioni. Questo sarebbe giusto. Ma la mia indignazione va oltre ogni misura, perché questo Woodcock non ha limiti.

Ma come fa a essere così certo che Bisignani sia una nullità?

Perché lo conosco perfettamente da sempre, il suo potere è finito con Andreotti, se mai era un potere, e le cose che dice sono insensate. Ne ho la prova: Barbareschi lo chiama per essere nominato al Teatro stabile di Roma, e al suo posto viene nominato Gabriele Lavia, che è di sinistra. L’effetto di Bisignani quindi è nullo. Ed ecco un’altra prova: il generale Adriano Santini va da Massimo D’Alema accompagnato da Bisignani, non perché lo conosce ma perché ha letto sul giornale che Bisignani sarebbe una persona importante. Una vergogna totale e schifosa, ed è tutto così.

Ma in fondo si tratta di due casi piuttosto marginali rispetto all’intera vicenda…

Vuole un altro esempio? La Prestigiacomo è stata intercettata mentre diceva: «Siccome Tremonti non mi dà soldi per i parchi, cerchiamo di avere un emendamento che me li consenta». Siccome Bisignani è di area andreottiana, conosce Pomicino che è legato all’Udc e l’Udc è un partito d’opposizione, e che può dare un voto favorevole a un emendamento contro Tremonti. E così Bisignani interviene a favore dell’emendamento. Ma che c’è di male? Se lei chiama una qualsiasi altra persona normale che conosce un deputato, e gli chiede di votare a favore di qualcosa, rientra nella logica del rapporto tra l’eletto e il suo elettore.

Insomma non condivide il metodo Woodcock…

Lei non ha idea dell’insoddisfazione che ho per il fatto di non poter esprimere nel modo più radicale questi concetti non ai giornali, ma di fronte a un tribunale in cui si metta di fronte alle sue responsabilità Woodcock per i soldi che ha buttato da sempre. Con Fabrizio Corona, Francesco Totti, Vallettopoli, la Gregoraci, faceva andare tutti a Potenza per interrogarli sul niente: uno schifo. Le risulta che la Gregoraci sia stata condannata per qualcosa? Oppure Vittorio Emanuele? Sono stati assolti. E quindi hanno speso milioni di euro per nulla. Si vergognino. E finirà così: lei mi chiamerà tra un anno e vedrà che Bisignani non sarà stato condannato neanche a un’ora di carcere.

È una specie di profezia?

Ma lei si rende conto che saranno almeno 15mila pagine di atti e 2,5 milioni di euro spesi solo per Bisignani? E’ una cosa ripugnante. Poi lei legge Repubblica e si beve tutte quelle scemenze sulla rete di Bisignani. Una volta Bisignani ha chiesto di parlare a Berlusconi e il premier lo ha tenuto sulla porta per 20 ore, prima di riceverlo, ammesso che lo abbia ascoltato per un solo secondo. Repubblica è arrivata a scrivere che Bisignani «rispondeva al centralino di Palazzo Chigi». Il centralino di Palazzo Chigi è un centralino normale, che si chiama «a batteria» e che ha dei numeri di telefono di tantissime persone. E siccome Bisignani sarà lì dai tempi di Andreotti, è probabile che ci sia ancora il suo numero. Non è quindi che uno chiama, e dice: «Mi passi Bisignani». Sono delle supposizioni insensate di gente vanitosa che usa il suo ruolo per rompere le scatole e spendere i soldi dello Stato. Comunque questo è il dato di fatto: non ci sono i soldi per la cultura, perché bisogna spenderli per intercettare Bisignani.

(Pietro Vernizzi)