Rivolgendosi agli ambasciatori in Vaticano, Benedetto XVI ha ricordato la tragedia di Fukushima. Nel parlare di quell’episodio, il Pontefice ha voluto ricordare anche le tante tragedie che toccano la natura, la tecnica e i popoli. Sono catastrofi, ha aggiunto, di tale ampiezza che ci pongono degli interrogativi. “L’uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura – ha rilevato rivolto ai neoambasciatori di di Moldavia, Guinea, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda – non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli Stati a riflettere insieme sull’avvenire a breve termine del pianeta, riguardo alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie”. E’ perciò necessario individuare forme di energia che non siano pericolose n per la natura né per l’uomo, necessario diventa rivedere completamente l’approccio dell’uomo alla natura. Il tema dell’ambiente per il Papa è fondamentale, l’ecologia umana, ha detto, è un imperativo. “Adottare stili di vita rispettosi dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie che in grado di salvaguardare il patrimonio del creato ed essere senza pericolo per l’uomo, devono costituire – ha scandito – priorità politiche ed economiche”.
Cogliendo l’occasione della presenza fra gli altri dell’ambasciatore della Siria, il Papa si è rivolto espressamente a lui chiedendo rispetto per i diritti umani e per chi protesta per migliorare le condizioni di vita. Le evoluzioni che stanno avvenendo nel mondo arabo, ha detto, è auspicabile che non si realizzino in temrni di intolleranza, di discriminazione o di conflitto. E ancor meno di violenza. Il Papa si è augurato che il popolo siriano possa vivere in pace e fraternità.