Un trentenne, Fabrizio Turrini, è morto ieri durante un rave party non autorizzato nei boschi della località di Rovegno vicino a Genova. In attesa dell’autopsia si ipotizza un mix di alcol e di droghe. Il cadavere è stato trovato dopo la fine del rave da uno degli addetti alle pulizie. Al rave party c’erano circa 2mila giovani, e oltre al morto anche una ragazza di 25 anni proveniente da Firenze è stata ricoverata per un malore: aveva assunto alcol, ketamina e altre droghe. Diversi giovani sono stati fermati dai carabinieri giunti sul posto per possesso di stupefacenti e invasione di terreni e edificio privato. Il trentenne morto, Fabrizio Turrini, di Roma, era un grande appassionato di musica techno e di eventi come i rave party. Su internet, in particolare sulla sua pagina MySpace, il trentenne si descriveva in questo modo: “Un pazzo maniaco del bordello strafatto di adrenalina verde come la speranza di non rompermi mai le palle, il giocoliere di situazioni”. Faceva anche il dj e amava remigare brani di musica techno, anche se il suo lavoro era quello di grafico. Su Twitter aveva scritto:  “Non è come nasci, ma come muori, che rivela a quale popolo appartieni. Nella vita non è importante dove si arriva, ma la strada che si è fatta”.



La morte del giovane ha provocato polemiche e denunce, come già in casi analoghi. Il Pdl ha inoltrato richiesta al ministro degli interni Maroni di mettere fuorilegge i rave party. “E’ necessario dare un segnale immediato e forte – dice il  responsabile sicurezza del Pdl Liguria, Gianni Plinio –  quello che è accaduto a Rovegno non deve ripetersi”. Plinio ricorda che in Francia dal 2001 è stato approvato un decreto che vieta i rave party senza l’autorizzazione dei prefetti locali.

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