La famiglia Beckham è una famiglia irresponsabile che dà il cattivo esempio. E’ quanto hanno denunciato diversi studiosi inglesi saputo che il calciatore e la ex Spice Girl avevano dato alla luce un quarto figlio. In un mondo che tra pochi decenni sarà sovra affollato, dicono costoro, famiglie di persone che sono in vista come le celebrità non dovrebbero dare tale cattivo esempio. Quattro figli sono troppi, in sostanza. Secondo il professor Blangiardo, intervistato da Ilsussidiario.net, è invece l’opposto: “Quando parliamo di un caso come quello della famiglia Beckham, stiamo parlando del caso di una famiglia ricca con quattro figli, che diffonde benessere nella società, altro che famiglia irresponsabile. Quando uno fa quattro figli dà un contributo alla continuazione della società con il pagamento delle pensioni grazie ai figli e a tutto ciò che farà futuro”. Gian Carl Blangiardo, professore ordinario alla facoltà di scienze statistiche all’università Bicocca di Milano, dà poi a Ilsussidiario un’anticipazione in esclusiva: “A ottobre la Cei pubblica un libro documento proprio su questo tema, la crescita demografica. Si tratta de Il rapporto proposta della Cei sulla demografia, dà indicazioni su come agire se si vogliono modificare le conseguenze di quanto sta accadendo a livello demografico e soprattutto sottolinea come, piaccia o non piaccia, la famiglia svolgerà sempre un ruolo centrale in un paese come l’Italia”.
Famiglia Beckham irresponsabile. Previsioni catastrofiche per il 2050 quando la Terra sarà sovrappopolata a dismisura. Anche a lei risultano dati così catastrofici?
Direi di no, credo che quello che lei ha citato sia l’atteggiamento tipico di chi ragiona in termini di bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Oggi si sta raggiungendo, probabilmente si sono già superati, i 7 miliardi di abitanti sulla Terra. Si prevede nel tempo una ulteriore crescita, ma di fatto la crescita generale sta rallentando in modo evidente. E’ prevista infatti una stabilizzazione della crescita di persone. Nell’arco di alcuni decenni, per cui diciamo pure il 2050, ci saranno sulla terra 8, 9 miliardi di persone. Si sta raggiungendo quindi un equilibrio, certo su grandi numeri. Questo non vuol dire che soffocheremo, ma che dovremo piuttosto ragionare in termini di migliore distribuzione delle risorse. I mezzi per sfamare tutti ci sono, ma sono distribuiti male. Oggi un miliardo di persone abusa e sfrutta ingenti risorse, mentre il resto degli abitanti soffre la fame. Con una migliore distribuzione, nel 2050 potremo mangiare tutti tranquillamente.
In Inghilterra lamentano troppi figli, in Italia si dice che le coppie non ne fanno più. Qual è la verità?
E’ sbagliato mettere in un unico calderone tutto il pianeta. La popolazione mondiale si muove in modi diversi, i paesi africani son in fortissima crescita e ancora crescono, numericamente, mentre Europa e Nord America, i Paesi cosiddetti a sviluppo avanzato, hanno un livello di crescita che quando va bene è a livello zero, altrimenti la prospettiva è la drecrescita.
Com’è la situazione nascite nel nostro Paese?
In Italia nascono circa 580mila bambini all’anno. Siamo un paese di 60,5 milioni di persone, tenuto conto che la durata della vita è di circa 80 anni, se volessimo garantire i 60 milioni di abitanti avremmo bisogno di almeno 750mila nascite annuali. Mancano all’appello cioè 150mila nascite per garantire la crescita zero, neanche la crescita vera e propria. Siamo un Paese che non è capace di garantire un proprio sviluppo e come l’Italia quasi tutti i paesi europei si trovano nella stessa situazione.
In Inghilterra la crescita è un poco superiore alla nostra, ma non di tanto…
Quando parliamo di un caso come quello della famiglia Beckham, stiamo parlando del caso di una famiglia ricca con quattro figli, figli che un giorno si spartiranno una eredità miliardaria, cioè faranno una ridistribuzione della torta economica in una massa più ampia, cioè in quattro, il che vuol dire diffondere benessere, altro che famiglia irresponsabile. E certamente non possiamo dire che in Inghilterra ci sia un eccesso di nascite tale che un quarto figlio crei dei problemi.
Possiamo dire che dietro la denuncia del caso Beckham ci sia anche un attacco culturale a un certo tipo di famiglia?
Assolutamente sì. Correnti di pensiero da parte delle cosiddette culture avanzate del Nord Europa che hanno sviluppato modelli ideali di famiglia e di figli dicono che la famiglia Beckham dà il cattivo esempio perché di fatto mantengono un livello di nascite superiore a quello che loro hanno progettato, che poi è quello di due figli al massimo per nucleo familiare, meglio il figlio unico. Dimenticando che quando uno fa quattro figli dà un contributo alla continuazione della società con il pagamento delle pensioni grazie ai figli e a tutto ciò che farà futuro. Il concetto di sostenibilità non è solo ambientale ma anche demografico. Il concetto è che se in una popolazione non si creano le premesse per avere qualcuno che tira la carretta quella società diventa demograficamente non sostenibile.
In Italia le coppie fanno pochissimi figli. E’ un problema economico o culturale?
Entrambe, è un mix. Le cause che determinano la rinuncia a un figlio in più sono in parte economiche: indagini fatte sulle mamme dicono che le difficoltà economiche incidono per il 20%. Una su cinque si ferma a un figlio solo perché dice, non me lo posso permettere, ed ecco che questo vuol dire i famosi 150mila nati che mancano all’appello. Ci sono poi le difficoltà a conciliare lavoro e maternità, a mettere insieme i due ruoli. Il discorso culturale, del tipo “temiamo il futuro per i nostri figli”, “ci sarà la terza guerra mondiale”, “si farà la fame” e via dicendo sono discorsi per lo più fittizi, non sono la vera causa.
In altri termini, professore?
Sono argomenti che si tirano in ballo quando si fanno le indagini statistiche per apparire alla moda, ma in realtà la gente decide su questi argomenti in funzione di cose concrete. Cioè la possibilità di avere un dignitoso livello di vita e le condizioni di dare ai figli qualcosa di concreto.
Gli immigrati presenti in Italia invece fanno molti figli.
No; questo è un altro luogo comune da sfatare. Chi pensa che gli immigrati facciano una marea di figli e quindi siano la soluzione del problema, sbaglia. Appena arrivano da noi, invece, si adeguano al livello locale in modo quasi immediato. Gli immigrati nelle grandi città si rendono conto delle difficoltà, non hanno lo stipendio di Beckham per intenderci. Si vede dai dati che negli ultimi 4 e 5 anni si è abbassata la natalità degli immigrati. Nelle grandi città come Milano, Roma, Napoli, Palermo, il livello di fecondità non è neanche a livello di due figli per donna, che garantirebbe il ricambio generazionale. Contare su di loro è una sciocchezza, il problema dobbiamo risolverlo per conto nostro.