Santo del giorno 25 luglio 2011: san Giacomo apostolo – Oggi la Chiesa festeggia come santo del giorno san Giacomo apostolo. Viene detto il Maggiore. per distinguerlo dall’omonimo apostolo detto il Minore. San Giacomo era figlio di Zebedeo, un pescatore sul lago di Tiberiade, e Maria Sàlome e fratello dall’apostolo Giovanni Evangelista, nacque a Betsàida. Giacomo e Giovanni vengono chiamati da Gesù e lo seguono. Quando diede vita al collegio degli apostoli, Gesù li chiamò così: “(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (…) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono”. Questo soprannome è indicativo del carattere pronto e impetuoso di entrambi i fratelli.
Troviamo san Giacomo Maggiore in occasione dei più importanti miracoli di Gesù, della Trasfigurazione di Gesù sul Tabor (Mt 17,1.) e al Getsemani alla vigilia della Passione. Giacomo e Giovanni, come riporta il Vangelo, chiesero a Gesù di sedere nella Sua gloria alla Sua destra e alla Sua sinistra. Di rimando, Gesù domanda loro se possono bere il suo calice ((Mc 10, 37). E Giacomo sarà proprio il primo a “bere il calice”, primo martire degli apostoli, fu decapitato a Gerusalemme verso l’anno 43/44 per ordine di Erode Agrippa. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno, nel 814.
Da quel momento la tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi, al punto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata. La presenza della sua tomba in Spagna ha fatto nascere alcune leggende sul suo conto, come quella secondo cui sarebbe venuto fino in Spagna a portare il Vangelo.
San Giovanni Crisostomo ci fa comprendere a fondo il dialogo tra Gesù e San Giacomo, la richiesta dell’apostolo e di suo fratello di prendere parte alla Sua gloria.



Proponiamo alcuni passi dalle «Omelie sul vangelo di Matteo», proposte nell’ufficio delle letture di oggi:

I figli di Zebedeo chiedono al Cristo: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10, 37). Cosa risponde il Signore? Per far loro comprendere che nella domanda avanzata non vi è nulla di spirituale e che, se sapessero ciò che chiedono, non lo domanderebbero, risponde: «Non sapete ciò che domandate», cioè non ne conoscete il valore, la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E aggiunge: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10, 38). Voi, sembra dir loro, mi parlate di onori e di dignità; io vi parlo, invece, di lotte e di sudori. Non è questo il tempo dei premi, né la mia gloria si manifesta ora. Il presente è tempo di morte violenta, di guerre e di pericoli.
«Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete» (Mc 10, 39). Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni di subire il martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte eroica e parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato» (Mc 10, 40).
Dopo aver preparato l’animo dei due discepoli e dopo averli fortificati contro il dolore, allora corregge la loro richiesta.
«Gli altri dieci si sdegnarono con i due fratelli» (Mt 20, 24). Notate come tutti gli apostoli siano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro. Ma, come ho già detto, osservateli più tardi, e li vedrete esenti da tutte queste miserie. Giovanni stesso, che ora si fa avanti anche lui per ambizione, cederà in ogni circostanza il primato a Pietro, sia nella predicazione, sia nel compiere miracoli, come appare dagli Atti degli Apostoli. Giacomo, invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti. Dopo la Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni interesse terreno, perverrà ad una virtù così elevata da essere ritenuto maturo di ricevere subito il martirio
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