«La Corte ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dalla Camera dei deputati nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e del Gip presso lo stesso Tribunale, a seguito della richiesta di giudizio immediato da parte della Procura e del decreto di giudizio immediato emesso dal Gip nei confronti del Presidente del Consiglio, membro della Camera dei deputati»: é quanto afferma una nota ufficiale del Palazzo della Consulta. La Camera aveva chiesto che tutti gli atti di indagine relativi al caso Ruby e il decreto di giudizio immediato per Berlusconi fossero annullati, sostenendo che il caso fosse di competenza del Tribunale dei ministri e non di quello ordinario. Se Berlusconi, infatti, fece la famosa telefonata in questura, e se in base a quella telefonata fu ipotizzato il reato di concussione, secondo la Camera e la sua difesa agì in veste di presidente del Consiglio, quindi di funzionario pubblico. Altrimenti, non si sarebbe verificato il reato di concussione. E, di conseguenza, la competenza è del Tribunale dei ministri. Se, invece – sostiene ancora la difesa – fece pressione sulla questura in veste di privato cittadino, non si è verificato il reato di concussione e Berlusconi va prosciolto. 



Si tratta, in ogni caso, di un via libera preliminare. Oggi, infatti, è stato deciso che è ammissibile che il conflitto esista, ma non se esiste effettivamente o meno non è stato ancora stabilito. In tal senso la Consulta si esprimerà non prima dell’inverno, quando deciderà se accogliere o meno la richiesta della Camera

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