Benedetto XVI è arrivato ieri a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù, un grande incontro che ha cominciato a prendere forma e a essere preparato tre anni fa. Due milioni di pellegrini richiedono la presenza di un numero enorme di volontari. Senza il loro aiuto, totalmente gratuito, un evento di queste dimensioni sarebbe letteralmente impossibile. Dopo molti sforzi, soprattutto durante questa settimana, i volontari mostrano fino a che punto l’accoglienza, insieme alla gestione e all’organizzazione, è il gesto più necessario e bello.
Ventimila volontari sono sparsi per tutta la città, riconoscibili dalle loro magliette verdi: forniscono informazioni, distribuiscono acqua, controllano gli accessi, mettono le recinzioni… e si occupano di un lungo elenco di “eccetera”. Tanti altri accolgono nelle loro case e parrocchie gruppi di stranieri che, dopo giorni di cammino, ricevono qualcosa da mangiare o hanno la possibilità di fare una doccia calda.
César Senra, con l’aiuto di oltre 180 studenti delle scuole superiori, si è preso l’impegno di accogliere un gruppo di 1200 pellegrini. Gli hanno preparato un posto dove dormire e gli offrono cibo durante i giorni della GMG. Racconta: “Il Papa è in arrivo a Madrid e questa è una grazia per noi. Quando esco di casa, desidero che qualcuno mi aspetti, che qualcuno che mi ami. Come noi abbiamo ricevuto la carità di Gesù, così vogliamo darla ai pellegrini che vengono. Li accogliamo perché siano nelle migliori condizioni e possano vivere in compagnia della Chiesa il tema di questo incontro: Fermi e edificati in Cristo, radicati nella fede”.
È la Giornata Mondiale della Gioventù, ma c’è spazio per tutti, non solo per i giovani. Javier Martinez, avvocato e padre di quattro figli, sta coordinando da diversi mesi oltre 300 volontari della commissione culturale incaricata di organizzare otto mostre (sul Cammino di Santiago, la Sagrada Familia di Gaudì, i cristiani perseguitati, la Teologia del corpo di Giovanni Paolo II, ecc.): “È stato un duro lavoro; sarebbe stato impossibile senza il supporto di mia moglie e dei miei amici. Fin dall’inizio siamo stati invitati a rispondere alla chiamata del cardinale, a cui abbiamo aderito con la stessa coscienza con cui gli Apostoli prepararono la Pasqua del Signore. La vita di ciascuno si costruisce rispondendo a una chiamata più grande”.
“Si vedono cose impressionanti”. Lo dice Miguel Mendez, insegnante alle elementari, che per tutta la settimana controlla gli ingressi di un teatro. Con altri dieci amici deve organizzare l’entrata a diversi spettacoli, distribuire i biglietti e controllare che tutto sia in ordine. Ieri ha finito di lavorare a mezzanotte, dopo aver trascorso oltre dieci ore in piedi, per lo più sotto il sole: “La gente che vediamo passare fa parte di un grande popolo. Tutte le persone che lavorano con noi, che siano o meno cattolici, riconoscoono in un modo o nell’altro la positività e la semplicità di questa presenza. Daniel, una guardia di sicurezza del teatro, non riesce a credere che la gente possa reagire così bene in circostanze tanto difficili. ‘Questo è impensabile’, ci ha detto ieri. ‘La gente arriva molto stanca ed è difficile dire che non ci sono più posti dopo che hanno passato più di un’ora e mezza sotto il sole. Quando succede qualcosa del genere all’ingresso di qualche grande concerto, io mi nascondo in bagno, perché normalmente le persone si infuriano con noi. Invece qui posso guardarle in faccio e stare in mezzo a loro’”.
Esther, una studentessa laureata, percorre le sale del teatro con un walkie-talkie. “Ieri, in diversi volontari abbiamo dovuto separare il regista portoghese dello spettacolo dal responsabile della sicurezza del teatro: erano sul punto di picchiarsi. Le tensioni sono grandi e a volte non sono facili da stemperare. Dopo alcuni minuti, abbiamo visto che si sono incontrati in un corridoio: si sono guardati in faccia e si sono abbracciati. Che due persone facciano qualcosa del genere è commovente. La presenza cristiana introduce nei rapporti e nel lavoro un fattore assolutamente nuovo”.
“Le mie amiche e i miei colleghi di lavoro pensano che io sia pazza”, dice Marie, una giovane francese. “Non capiscono perché mi sia presa le ferie per venire a lavorare gratis per una settimana a Madrid. Una di loro mi ha detto: ‘Tu sei una buona e per questo fai queste cose’. Ma io le ho risposto: ‘No! Io ho bisogno di andare e lavorare lì’. Dopo diversi giorni di lavoro sono esausta, ma contentissima. Come volontaria non ho smesso di vedere gesti gratuiti e belli. Senza di loro non si può vivere”.
Questi sono solamente alcuni fatti e incontri tra i tanti che stanno accadendo in questi giorni. A differenza di tante manifestazioni fortemente “reattive” che abbiamo vissuto negli ultimi mesi a Madrid (alcune di queste sono ancora in corso in questi giorni per protestare contro la GMG), il popolo cristiano, in unità con il Papa, mostra, in un modo paziente e nuovo, la potenza e la capacità di costruire della presenza cristiana, che non può essere ridotta a un numero o a un’ideologia.
(Ignacio de los Reyes)