Una indimenticabile avventura, una festa della fede che ha un’unica spiegazione: l’amicizia con Gesù. Benedetto XVI descrive così la Giornata mondiale della Gioventù di Madrid, davanti a una moltitudine di ragazzi – quasi due milioni – che hanno resistito, cantando e ballando, al caldo torrido come alla pioggia battente nell’arida spianata deserta dell’Aeroporto Cuatro Ventos di Madrid.



I numeri hanno superato le  previsioni, ma davanti ai mass media che parlano di un evento senza precedenti, di una prova di forza nella Spagna di Zapatero e in un’Europa stanca e anticristiana, il Papa non usa toni trionfalistici, ma ricorda ai giovani arrivati da ogni angolo del mondo che tutto questo è solo il frutto della predilezione di Gesù, del dono della sua amicizia. “Ma voi chi dite che io sia?” E’ a questa domanda che il Papa chiede di rispondere, perché Gesù – dice – ci provoca sempre a una decisione personale in relazione a Lui.



E come due milioni di ragazzi non siano una massa indistinta di individui, ma due milioni di volti e di cuori in qualche modo toccati dalla veste di Gesù lo si è visto ieri sera. Quando la pioggia e il vento hanno interrotto la veglia di preghiera, col Papa bagnato, i capelli scompigliati dal vento e impossibilitato a continuare il suo discorso, perché l’impianto audio era saltato. Docile e  sorridente ha aspettato che il microfono tornasse a funzionare, ha saltato il discorso ufficiale, improvvisando in italiano per descrivere questa indimenticabile avventura tra gli applausi scroscianti dei ragazzi, ancora più inzuppati di lui.



Ma poi, ai canti e alle ola, è seguito un incredibile silenzio per inginocchiarsi davanti all’Eucarestia: il Papa sul palco, centinaia di migliaia di ragazzi in mezzo al fango. Commossi davanti a quell’unica Presenza capace di cambiare la vita e con cui poter affrontare ogni genere di tempesta. Tante volte in questi giorni a Madrid, il Papa ha ripetuto ai ragazzi di puntare sul desiderio di infinito che urge nel loro cuore, senza avere paura di un mondo che disprezza chi smaschera la mediocrità degli ideali proposti dal potere. Certo, c’è una condizione: la consapevolezza che l’energia e la forza possono venire solo dall’amicizia con Gesù.

Da qui scaturisce la voglia di raccontarlo a tutto il mondo, perché chi ha incontrato Gesù non può tenerlo per sé.

“I vostri amici vorranno sapere che cosa è cambiato in voi dopo essere stati in questa nobile città con il Papa” ha detto Benedetto XVI al termine della Messa di questa mattina, prima di annunciare la sede della prossima Giornata mondiale della Gioventù: Rio de Janeiro, nel 2013.

Due anni di cammino per vedere i frutti della silenziosa seminagione di Dio della GMG di Madrid, come ha detto il Papa ancora in volo verso Madrid. “Non possiamo subito dire: da domani ricomincia una grande crescita della Chiesa. Dio non agisce così. Ma cresce in silenzio e tanto. Su questa crescita silenziosa noi riponiamo fiducia e siamo sicuri, anche se le statistiche non parleranno molto, che il seme del Signore realmente cresce e sarà per moltissime persone l’inizio di un’amicizia con Dio e con altri, di un’universalità del pensiero, di una responsabilità comune che realmente ci mostra che questi giorni portano frutto”.

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