Se servirà a fare chiarezza sui fatti, è giusto che Salvatore Parolisi rimanga in carcere. Che il marito di Melania Rea, unico indagato al momento per il suo omicidio, debba rimanere dietro le sbarre non è l’opinione unicamente del giudice che ne ha disposto l’arresto. A pensarla così, stranamente, è proprio il fratello di Salvatore, Rocco  Parolisi. Che, intervistato da Il Corrieredella Sera, dice la sua sulla vicenda. Lui è un sottoufficiale della polizia penitenziaria. Ha dieci anni in più di Salvatoree, nei suoi confronti, si è sempre rivelato come un secondo padre. Non si dà pace. Non capisce. Perché il fratello non si è mai confidato con lui? Perché, in particolare, non gli ha mai raccontato dei suoi problemi con Melania e del tradimento con Ludovica?  Salvatore, continua il fratello, se ha fatto un errore, sicuramente è quello di aver avuto un atteggiamento omertoso. Dopo l’omicidio ha tenuto per sé tutto ciò che sapeva, tacendo, agli inquirenti, la sua relazione con Ludovica, insieme ad altri particolari, il che, agli occhi di tutti, lo ha trasformato in un bugiardo. Resta quindi da vedere cosa avrà da raccontare, domani, al tribunale del riesame dell’Aquila, dove si presenterà per delle dichiarazioni spontanee. Dal carcere di Teramo di Castrogno,  dove è rinchiuso, infatti, ha lavorato per 4 ore con i suoi avvocati, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, alla «corposissima memoria difensiva» di 150 pagine da presentare domani, quando il Tribunale si pronuncerà sulla richiesta di scarcerazione. Sono in molti, tuttavia, a reputare quasi certa una convalida del fermo. Quello che emergerà avrà comunque, con ogni probabilità, un impatto dirompente sul caso. Per la prima volta dall’assassinio della moglie, Parolisi racconterà la sua versione dei fatti ai magistrati, rompendo il silenzio dietro il quale si era, sino ad oggi, trincerato avvalendosi della facoltà di non rispondere. I dettagli delle sue rivelazioni sono, al momento, top secret. Unica cosa certa, come hanno riferito i suoi legali, sarà smontata punto per punto la tesi accusatoria. Gli avvocati hanno spiegato di aver analizzato ogni riga dell’ordinanza, contestandone ogni dettaglio.



Per essere certi di raggiungere l’obiettivo, si sono avvalsi della consulenza dell’anatomopatologo Lorenzo Varetto, del genetista Emiliano Giardina e di Roberto Cusani, professore di telecomunicazioni all’università La Sapienza di Roma.  «Parolisi – affermano i suoi difensori – ci ha dato elementi utili per essere scagionato. Siamo fiduciosi. Abbiamo fatto un lavoro duro e faticoso, di equipe, tra avvocati, consulenti e Salvatore, che è stato il più prezioso. Ora è pronto a difendersi, a difendersi da un’accusa grave e assurda». E, sul suo stato psicofisico, aggiungono : «è determinato e sereno». Avrà bisogno, in effetti, di tutte le forze per contestare e chiarire gli innumerevoli punti oscuri e le contraddizioni che riguardano la sua posizione. Nel frattempo, si continua a indagare per identificare i luoghi, come alberghi e bed & breakfast, in cui Salvatore aveva incontrato Ludovica e altre sue amanti.



 

Leggi anche

Perché Salvatore Parolisi ha ucciso Melania Rea/ Il movente dell'omicidio e il bacio che lo ha incastrato