E’ stato respinto il ricorso presentato ieri da Salvatore Parolisi, in carcere dal 20 luglio con l’accusa di essere l’assassino della moglie Carmela Melania Rea, trovata morta il 20 aprile dopo essere scomparsa due giorni prima. Il tribunale del riesame dell’Aquila infatti ha deciso che la sua istanza di scarcerazione non ha la possibilità di essere approvata: a Salvatore Parolisi vengono confermati i termini di custodia cautelare che scadevano oggi, ed emessi dal gip del Tribunale di Teramo il 2 agosto. Ieri, in una udienza durata poco più di un quarto d’ora, il caporale dell’esercito aveva parlato per la prima volta ufficialmente dopo il suo fermo. Quasi in lacrime, come hanno riportato le persone che erano presenti durante la dichiarazione, Parolisi aveva ieri confermato quanto detto sin dal primo momento il 20 aprile. Che lui e la moglie e la figlioletta si trovassero cioè quel 18 aprile a Colle San Marco e come la moglie fosse scomparsa dopo aver detto di voler andare in bagno. Ieri sono state presentate anche le perizie della difesa, perizie che sostengono la posizione del Parolisi. In particolare, una delle accuse fondamentali e che cioè la coppia non si trovasse a Colle Sam Marco quel 18 aprile, ma a Ripe di Civitella, è stata smentita perché i periti hanno dimostrato che le celle telefoniche delle due zone sono identiche. In tal caso, nessuno può provare realmente che Parolisi non fosse a Colle San Marco come sostiene l’accusa,. Ma non solo. I periti hanno anche dimostrato che il dna presente sul corpo di Melania Rea non è del marito, ma di altra persona sconosciuta. Nonostante tutto ciò, il Tribunale ha deciso ugualmente di tenere in carcere l’uomo. Su di lui infatti pendono altri sospetti e altre accuse, in primo luogo il suo comportamento ambiguo che avrebbe negato la relazione extraconiugale con una delle sue soldatesse e certe conversazioni con la donna stessa che suscitano forti sospetti. Parolisi infatti sarebbe stato registrato al telefono mentre ordinava all’amante di eliminare ogni traccia dei loro messaggi presenti su Facebook.
Così come insospettiscono certe sue dichiarazioni alla donna secondo le quali avrebbe detto alla moglie di voler divorziare proprio il giorno prima della sua scomaprsa e della sua morte.