La questione morale è grave e urgente. Questo, in sintesi, il messaggio di ieri del cardinale di Genova, e presidente della Cei, Angelo Bagnasco. Parole espresse nel giorno della festa della Madonna della Guardia dal pulpito della basilica a Lei dedicata e «che si inscrivono – dice il vaticanista Sandro Magister raggiunto da ilSussidiario.net – nel solco della continuità e del compito che la Chiesa ha rispetto a tutti i cittadini».  Il presidente dei vescovi italiani, si è rivolto a «tutti gli ambiti del vivere pubblico e privato», alle persone, ma anche «alle strutture e gli ordinamenti». Secondo il capo della Cei, i principi etici ai quali ha richiamato non devono connotare solo l’agire esteriore; si tratta di «pensare diversamente, in modo più vero e nobile se si vuole purificare l’aria e i nostri giovani non siano avvelenati nello spirito».



Destinatari dell’invito pare che siano stati soprattutto – così è apparso a numerosi commentatori – politici, amministratori pubblici e chiunque abbia cariche e responsabilità di rilevanza sociale. Chi, in sostanza, detiene, in Italia, il potere. Perché questi, ha sottolineato il cardinale, con il loro operato possono, più di chiunque, influenzare il modo di pensare e di vivere degli altri, di proporre «modelli culturali destinati a diventare dominanti». Secondo Magister, tuttavia, sarebbe limitativo pensare che Bagnasco abbia invitato ad ordinare il proprio agire al bene morale esclusivamente chi fa politica o si trova in situazioni di privilegio. «E’ sbagliato credere – dice – che abbia rivolto le proprie parole solamente ai politici. Oltre che a loro le ha indirizzate a chi li manda in Parlamento, alla cittadinanza italiana, quindi. Lo ha fatto richiamando all’importanza di quei principi guida che dovrebbero essere condivisi dalla maggior parte delle persone». Qualcun altro ha colto un riferimento più o meno esplicito, oltre che alla drammatica situazione legata alla crisi, ai recenti scandali in cui sono rimasti implicati svariati politici. «Non credo che abbia preso di mira situazioni o persone particolari», riflette Magister.



«Le situazioni critiche o gli scandali, in Italia, purtroppo non rappresentano una novità. Le parole del presidente della Cei, quindi, vanno interpretate in un altro senso». Magister contesta il fatto che quella di ieri sia stata un’omelia caratterizzata da toni più marcati del solito. «Gli interventi di Bagnasco sono frequenti; vanno da omelie come quelle di ieri, alle prolusioni di apertura del Consiglio permanente della Cei, e sono modulati sulla necessità del momento. E affrontano temi di volta in volta diversi che, al contempo, si inscrivono nel corso della continuità della sua azione pastorale». Ad esempio, il nocciolo dell’intervento di ieri, l’idea che «il cambiamento nell’agire derivi da una conversione del cuore e delle menti è un dato essenziale non solo della sua predicazione, ma anche di quella del Papa». In ogni caso, il discorso di ieri, ci tiene a sottolinearlo, «non solo rientra nel suo diritto di parola – ci mancherebbe altro – ma anche tra gli stessi doveri che le gerarchie ecclesiastiche hanno nei confronti delle persone. Tra questi rientrano la predicazione e il richiamo a determinati principi». 



 

(Paolo Nessi)