Ci sono dei ristoranti dove vai a mangiare più o meno bene e ci sono dei locali dove invece ti senti a casa tua. L’altro giorno mi trovavo in ascensore con due amici curiosi, che avevano appena scaricato su iPhone l’applicazione dei Ristoranti del Golosario e mi hanno chiesto se fossi andato a fare qualche “prova di lavoro” alla sera. Gli ho detto “Sì, da Manuelina a Recco”. Subito si è levato un urlo di approvazione, che immagino abbia scatenato ricordi famigliari. In me li evoca ricordandomi come i miei bambini, ancora piccoli, mi obbligassero a uscire a Recco per mangiare la mitica focaccia con il formaggio. Quest’anno Manuelina ha compiuto 125 anni e quando a marzo c’è stata la festa, con tutti i loro fornitori di materie prime che componevano un salotto di cose buone, ho visto le immagini di questa lunga storia: dalla prima trattoria della trisavola alle trasmissioni televisive dove Gianni Carbone presentava all’Italia i pansotti col sugo di noci. Cristina Carbone, la figlia, che insieme alla sorella Gloria e al fratello Cesare porta avanti questa avventura, con papà e mamma sempre presenti, mi ha raccontato che ogni generazione, per tradizione, deve avere qualcuno che porti il nome di Manuela. Ma Manuelina cos’è? Innanzitutto una famiglia che ha creato tre luoghi dove si sta a proprio agio. Il primo è questo ristorante arioso, con due sale eleganti ma non opprimenti, dove appena ti siedi sei felice; poi c’è la focacceria, che è un locale più informale dove la celebre focaccia viene celebrata in abbondanza, insieme a salumi e formaggi (servita sempre come entrée appena sfornata). Il terzo luogo è un albergo, o meglio un relais, con una raccolta sala delle colazioni, dove vi lascio immaginare le leccornie che vi salutano al mattino.
Io ho provato e riprovato tutte e tre. Anche l’altra sera, quando Gianni mi ha stretto la mano sull’uscio (e mi sono emozionato della sua felicità ad avermi lì quella sera) e poi Cesare e Cristina, con il sorriso (che è merce rara in Liguria) sono venuti a portarmi il vino e l’olio della Riviera di Ponente. I miei ospiti maremmani erano strabiliati dalla buona fattura della focaccia e poi di quei piatti: il bianco di morone al sale taggiasco con alghe finte, i mitici, perfetti e inenarrabili pansotti alla salsa di noci e poi il loro cappun magro in monoporzione con l’ostrica. Sono i piatti storici di Manuelina, che almeno una volta nella vita bisogna assaggiare. Io nel tempo ho provato anche i muscoli su crema di patate al lime, il “nostro” pesce crudo, le lasagne matte al pesto, il risotto di scogliera con molluschi crostacei e frutti di mare, il batti-batti alla catalana, il pesce cappone con funghi porcini in cocotte di pasta fillo, la vitella all’uccelletto con funghi porcini, per finire con bonet al cioccolato con spuma alla pesca, sfogliatine con chantilly ai lamponi e croccante al sesamo, gelato e sorbetto di loro produzione.
Il menu “Mare in tavola” è rimasto a soli 58 euro; il menu stagionale a 56 euro.
Quest’anno, per festeggiare i loro 125 anni, li abbiamo portati a Verona a cucinare al Vinitaly e più di una persona ci ha detto di aver fatto il pranzo dell’anno. Sull’ultimo numero di Papillon (il 61), che potete sfogliare andando sul sito www.clubpapillon.it, abbiamo raccolto una bella intervista da Gianni Carbone, dove si capisce cosa sia questo mestiere. E anche qui, se andate a trovarli, portategli i miei saluti.
Manuelina
Via Roma, 296
Tel. 018574128 – fax 0185721677
Ristorante
Www.manuelina.it • manuelina@manuelina.it
Riposo settimanale: mercoledì
Ferie: variabili tra gennaio e febbraio
Prezzo menu: euro 55
Voto: faccino radioso