La vendemmia in Italia è una notizia classica, da sempre. E pochi giorni fa un mio commento sull’andamento di quella del 2011 è finito dritto in prima pagina su La Stampa, con un seguito di commenti e considerazioni che mi hanno raggiunto via e-mail o sms. Meno quantità e più qualità. Questo si legge dai primi dati di una raccolta anticipata di almeno 20 giorni e io ho scritto che tutto ciò è una benedizione, visto che le cantine erano piene di vino e, per una logica legge del mercato, i prezzi delle uve, lo scorso anno, erano scesi a livelli sconvenienti.
Il vino che più tira all’estero è l’Asti Spumante, seguito dal Prosecco e questo dice cosa significa centrare un prezzo, davanti a un inesorabile calo dei consumi.
Il vino è una passione: se lo conosci nelle sue sfumature ti si apre un mondo. A me accadde quando negli Anni Ottanta, per capire la materia oggetto della mia tesi di laurea, mi iscrissi al corso per diventare sommelier, alla scuola di Luigi Gaviglio (sua moglie Gigliola, gestisce l’enoteca Vino-Vino in piazza Sant’Alessandro a Milano). Da allora ho raccontato il vino: sui libri (“l’Ascolto del Vino”, con Marco Gatti, “Il Tempo del Vino” con Rizzoli e “I Giorni del Vino” con Einaudi), sui giornali (ogni giovedì da 11 anni c’è la mia rubrica su La Stampa) e con varie iniziative. Una di queste, la condivido con Marco Gatti che di fatto l’ha inventata 10 anni fa.
Si chiama Top Hundred, ovvero i 100 migliori vini d’Italia che noi selezioniamo senza mai premiare la cantina degli anni precedenti. Con i 100 di quest’anno siamo arrivati a 1.000 cantine premiate, frutto di assaggi interminabili su e giù per l’Italia per un anno intero (tutti i Barolo, i Barbaresco, gli Amarone, i Brunello di Montalcino di un’annata, ad esempio). In questi dieci anni – così facendo – abbiamo visto l’evoluzione della produzione del vino in Italia; a Golosaria (segnatevi già la data, siete tutti invitati all’Hotel Melià dal 5 al 7 novembre) mettiamo in assaggio questi vini e premiando i protagonisti lo stupore mio e di Marco è sempre alto, soprattutto per i giovani che si affacciano nel novero dei produttori.
Nell’elenco dei Top Hundred, ogni anno, non ci sono i soliti noti, ma le novità che ci hanno dato un’emozione e che talvolta vivono questo riconoscimento come un viatico. Abbiamo deciso di non premiare mai – salvo rarissime eccezioni – i vini delle annate precedenti proprio per dimostrare come l’Italia del vino, oggi, sia una storia di qualità diffusa. C’è vino di qualità per tutti e quindi c’è il vino quotidiano. Cercatelo in questo elenco, per il resto ci vediamo a Golosaria!