C’erano una volta gli alberghi di campagna (quasi uno in ogni paese) e non erano tante le strutture legate ad attrattive turistiche particolari quanto a un segno di quell’Italia che si integrava, dove il maestro e il veterinario che arrivavano dal Sud, a seguito di un concorso, si vedevano catapultati in un paese del Nord, che poi, poco a poco, diventava la loro comunità. L’Italia si è integrata anche così: quante storie di matrimoni tra persone di paesi lontani potremmo raccontare. Negli Anni Ottanta tante di queste strutture, fuori dalle rotte del turismo, hanno segnato il passo, chiudendo per sempre. Così anche chi voleva tornare al paese natio per una breve vacanza non lo poteva più fare. Del resto, dagli Anni Ottanta in poi, chi faceva ancora le vacanze in campagna? Il 10 dicembre del 1985, grazie alla Coldiretti, venne codificata la legge dell’agriturismo. Questa fu una vera e propria benedizione, anzi una rinascita orgogliosa di quei paesi che tornavano ad avere una ricettività più completa del classico bar di paese. Le aziende agricole hanno iniziato così a integrare il proprio reddito di attività agricola con l’agriturismo, sotto forma di posti letto (soprattutto in Toscana), ma anche di somministrazione di pasti (in primis il Piemonte, dove i vignaioli già usavano offrire gli agnolotti a chi andava a comprare il vino in damigiana). A seguire si sono diffusi anche i bed & breakfast. Oggi tutto questo è una ricchezza, non ci sono dubbi, anche se qualche volta qualcuno ha sforato facendo concorrenza sleale a chi di mestiere era ristoratore o albergatore. Ma gli aggiustamenti delle leggi regionali nel tempo hanno messo dei paletti che oggi possono portare a una pacifica convivenza. Domenica scorsa sono tornato in un’azienda agrituristica romantica, non lontana da Borgomanero. Il paese è Cureggio, famoso per la coltivazione di una cipolla dolcissima e molto intensa.
Qui una coppia, Raffella e Gianluca Zanetta, ha dapprima aperto un suggestivo punto ristoro, poi sono arrivate le 8 camere, la piscina, il giardino e il dehors dove fare le grigliate. Gianluca poi ha seguito la sua passione producendo anche formaggi dal latte dei suoi allevamenti. Ora, se andate a Cureggio, come abbiamo fatto noi e come fanno volentieri i turisti stranieri, scoprirete l’essenza di un luogo ameno che fa venir voglia di conoscere i boschi del luogo, ma anche i laghi e le montagne poco distanti. Inoltre, Gianluca è nipote di quel Piero Bertinotti del Pinocchio di Borgomanero, corona radiosa di Papillon. In tavola porta le focacce cotte nel forno a legna con le cipolle, servite anche fritte. In tavola, tra legni e vetrate, viene fame solo a sedersi. Per voi pane cotto nel forno a legna, fassone di Piemontese battuta al coltello in hamburger, la mitica paniscia novarese ricca delle verdure dell’orto, il coniglio come non lo fa più nessuno e, per finire, il gelato al fior di latte e lo zabaione caldo.
Berrete il Nebbiolo del Nord Piemonte, per esempio il Boca, e resterete sorpresi dal fatto che il motivo del loro successo risiede nella semplicità, ma anche nell’amore con cui hanno ristrutturato questa dimora di campagna, che per molti ospiti è diventata come una casa. Questo è l’agriturismo!!!
CUREGGIO (No) La Cappuccina strada Cappuccina, 7 – via Novara, 19/b tel. 0322839930
agriturismo www.lacapuccina.it
Apertura: giovedì, venerdì e sabato sera; domenica a pranzo (solo su prenotazione)
Ferie: dal 2 al 15/1
Prezzo menu: euro 32
Voto: Contento++