Benedetto XVI è giunto stamane in Germania, precisamente a Berlino, dove comincerà la sua prima visita ufficiale nel suo Paese natale, sebbene vi si sia già recato in altre occasioni, ad esempio per la Giornata Mondiale della Gioventù di alcuni anni fa. Ad attenderlo all’aeroporto il presidente federale Wulff, il cancelliere federale Angela Merkel, l’arcivescovo di Berlino Woelki e il presidente della Conferenza episcopale tedesca arcivescovo Zollitsch. Il suo saluto ufficiale si è tenuto al Castello di Bellevue, la residenza del presidente tedesco. Ma prima ancora, rispondendo ai giornalisti sull’aereo, Benedetto XVI aveva rilasciato una serie di dichiarazioni che sono state immediatamente riprese dalla stampa. In particolare ha colpito una frase: “Posso capire che, di fronte a crimini come gli abusi su minori commessi da sacerdoti, se le vittime sono persone vicine uno dica: questa non è la mia Chiesa, la Chiesa è una forza di umanizzazione e moralizzazione e se loro stessi fanno il contrario, io non posso più stare con questa Chiesa”.
La frase in realtà, come fa notare Paolo Rodari, vaticanista de Il Foglio contattato per avere un commento da IlSussidiario.net, è stata seguita dalle parole “mi auguro che però questa gente non lasci la Chiesa”. Secondo Rodari, “in ogni viaggio che il Papa fa è costretto a parlare della pedofilia. In Italia succede forse di meno, ma all’estero i casi del genere sono molto sentiti dagli stessi cattolici. Alcuni sono casi reali, altri invece gonfiati dai media, ma comunque hanno molto impressionato la stessa Chiesa”.
Quello della pedofilia è comunque un argomento che questo Papa sente in maniera molto forte: “Quella di oggi a una lettura superficiale sembra una frase molto forte ed è per questo che i media l’hanno immediatamente ripresa. In realtà di frasi altrettanto forti il Papa ne ha già dette parecchie, ad esempio durante il viaggio in Inghilterra oppure quando si è recato a Fatima, dicendo che la vicenda della pedofilia per lui è uno shock. Benedetto XVI ne è molto toccato: non dimentichiamoci che quando incontra le vittime della pedofilia esce molto turbato da quegli incontri”. Aggiunge Rodari: “Sono frasi dette comunque durante gli incontri con i giornalisti. Il fatto è che Benedetto sa che in ogni Paese in cui si reca i cattolici hanno bisogno che lui le dica, hanno bisogno di sentirsele dire dal Papa”.
Nell’incontro con i giornalisti il Papa ha anche detto una frase che sembra rivolgersi direttamente agli uomini di Chiesa: “(La Chiesa) non è come le altre associazioni umane, non vi si sta solo per coltivare il proprio interesse”. “Non so se lui volesse rivolgersi direttamente alla Chiesa tedesca, ma credo di sì. A differenza delle altre Chiese europee, quella tedesca è una struttura poderosa, con molti soldi, tantissime attività, una grande organizzazione, una Chiesa iper strutturata. Ha voluto dire perciò che la Chiesa non è solo questo, ma soprattutto conversione, fede, Spirito di Dio. D’altro canto questo sarà anche il tema del suo viaggio: teniamo conto che la Conferenza episcopale tedesca è una sovrastruttura enorme che non ha eguali al mondo”.
Prima di partire, il Papa ha inviato un messaggio di saluti al capo dello Stato italiano in cui ha espresso l’auspicio per il nostro Paese di un “intenso rinnovamento etico”. Che cosa voleva dire? “Non è la prima volta che dice una frase analoga, forse non aveva mai usato la parola etica. E’ chiaro che venga da pensare alle vicende italiane, ma non si voleva certamente riferire al solo nostro capo del Governo, ma in generale a tutti gli attori politici. Da parte della Chiesa è molto sentito il fatto che i politici in Italia spesso agiscono anche con condotte personali non adeguate. Anche il cardinal Bagnasco in pieno scandalo Ruby Gate, disse, parlando del fatto, che non si riferiva solo a singole persone coinvolte, ma anche all’altra faccia della medaglia, cioè chi accusa e abusa dei propri poteri per mettere in piazza certe cose. Non citò direttamente i giudici ma il richiamo a loro era chiaro”.
Infine ha toccato anche l’argomento della sussidiarietà dicendo che la società deve dare spazio sufficiente alle strutture più piccole per il loro sviluppo: “La visione dell’economia del Papa è molto chiara, così come lo è quella della Chiesa. Il termine sussidiarietà è stato infatti coniato dalla Chiesa stessa. Ricordo la sua enciclica sui temi economici: il centro era proprio questo, una società che valorizza chi viene dal basso e svolge attività per il bene comune è una società non solo giusta, ma anche equa. Parole che commentatori a lui assai vicino hanno spesso ripetuto”.