Momenti di concitazione, poco prima della messa del Papa a Erfurt, in Turingia; ma solamente per quegli agenti che si sono trovati nelle vicinanze dell’abitazione dalla quale sono partiti 4 spari. Per il resto, un‘apprensione generale in chi, a distanza, è venuto a conoscenza dell’accaduto. Provocata, più che altro, dall’interpretazione affrettata e un po’ forzata dei mezzi di informazione che dalla situazione reale. «E’ un episodio che si sta sgonfiando rapidamente. Ho parlato con un funzionario della sicurezza vaticana. Si è trattato di un ragazzo di Erfurt, ma residente a Berlino, che ha mirato a due vigilantes di una ditta di sicurezza e non a dei poliziotti addetti alla sicurezza del Papa; pare, tra l’altro, senza ferirli», spiega a ilSussidiario.net Lucio Brunelli, vaticanista del Tg2, che questa mattina si trovava proprio a Erfurt, per seguire Benedetto XVI nel suo viaggio apostolico in Germania.
Anche lui conferma che i colpi sono partiti dalla finestra di un sottotetto di un edificio che si trova nel distretto commerciale di Moritzshof. «Dopo l’iniziale parapiglia, i poliziotti sono saliti nell’appartamento in cui si trovava l’uomo, un trentenne, e lo hanno arrestato. Sembra che abbia negato di aver sparato». Nell’appartamento sono stati ritrovati un fucile e una pistola ad aria compresa. «infatti – continua – non c’è stato sangue».
Ma soprattutto, elemento fondamentale, «come ha dichiarato il portavoce della polizia, l’episodio non era affatto collegata alla visita del Papa. Anche perché è avvenuto tra le 7 e le 8 del mattino, con due ore circa di anticipo rispetto al passaggio di Ratzinger, a circa 500 metri – tra l’altro – dalla piazza in cui si stava iniziando a radunare la gente. Il grosso della folla non si è accorto di nulla e lo stesso Papa è stato informato solamente al termine della celebrazione. Quando la Papa mobile è arrivata erano tutti festosi e allegri, come da copione». Brunelli fa mente locale, e ricorda che qualcosa di analogo era già accaduto: «nel 2002, quando Giovanni Paolo II andò in visita in Messico: anche allora si parlò di spari da una finestra sul corteo papale».
Gli organi di informazione fecero a gare per sfornare «grandi titoli ad effetto che raccontavano di un attentato al Papa; poi, si scoprì che si trattava di un balordo di 14 anni che si era divertito a sparare con un fucile ad aria compressa, senza fare alcun danno». Insomma, anche stamattina, nessun attentato, come si era evinto dai primi lanci di agenzie. «Si è trattato della solita bufala mediatica legata alla psicosi che si crea ogni volta che il Papa fa un viaggio». Del resto, la situazione è risultata talmente serena che «le misure di sicurezza sono rimaste inalterate. Il portavoce ha detto che non si è ritenuto necessario innalzarle». Un solo punto non è stato ancora del tutto chiarito: «Resta da comprendere, in effetti, perché quest’uomo si sia messo a sparare».
(Paolo Nessi)