E’ morto il papà del pacemaker. Wilson Greatbatch, 92 anni, ingegnere dell’apparecchio elettronico che ha salvato e ogni anno continua a salvare la vita a centinaia di migliaia di persone si è spento a Buffalo. Non sono ancora note le cause della sua morte. Il genero, Larry Maciariello, tuttavia, ha fatto sapere che da tempo le sue condizioni di salute erano precarie. Greatbatch, nato a Buffalo il 6 settembre del 1919, si iniziò ad appassionare all’elettronica sin da giovane, quando iniziò a lavorare ad una radio amatoriale. Le onde corte furono anche l’oggetto dei suoi studi universitari mentre, nel coso della seconda Guerra mondiale  prestò servizio in marina come radio operatore. Una volta laureatosi, si mise a indagare sui legami sussistenti tra il muscolo cardiaco e il sistema elettrico.



Decise di dedicarsi alla messa a punto di transistor che rivelassero le accelerazioni dei battiti cardiaci. Fu allora che, fortuitamente, si imbatté nella sua grande scoperta, una delle più grandi invenzioni della storia dell’umanità. Fu un caso. Infatti, un giorno installando un resistore con una resistenza sbagliata si rese conto che le pulsazioni generate erano le medesime di un battito regolare.



Decise che il meccanismo si sarebbe potuto installare su un essere umano per controllare il suo battito cardiaco. Lavorò al progetto nel laboratorio di casa sua. Il problema più grande, come spiegò egli stesso, era quello di ridimensionare il marchingegno, grande come un armadio, in un dispositivo di pochi centimetri installabile su un uomo.

Vi furono non poche difficoltà nel percorso e parecchie resistenza dal mondo della medicina. Dopo una serie di sperimentazioni sugli animali, tuttavia, il primo pacemaker fu trapiantato, nel 1960, sul primo paziente, Henry Hennafeld, di 77 anni. Costui, sopravvisse per 18 mesi senza mai avvertire problemi. Degli altri 15 cui furono installati i dispositivi, i cinque vissero per altri 19 anni. Wilson, il 22 luglio del 1960, depositò il brevetto. E, oltre a quello dell’invenzione che lo rese famoso, altri 150. Un’intensa attività. Talmente intensa, da farlo annoverare, nel nella Hall of fame degli inventori ad Akron (Ohio). Uil pacemaker, inoltre, è stato inserito nella National Society of Professional Engineers come una delle dieci invenzioni più utili all’umanità.



Fondò anche una società, la Greatbatch Ltd, che produce batterie per il congegno da lui inventato. Anche negli ultimi anni della sua vita, non smise di dedicarsi all’attività scientifica. Suggerì ai giovani ricercatori di realizzare la fusione a freddo utilizzando un tipo di elio che si trova sulla Luna, mentre pronosticò per il 2050 la fine delle scorte di combustibile a livello mondiali