Anche il Papa nel mezzo del caso tubercolosi al Policlinico Gemelli di Roma. Dopo che i casi di bambini contagiati per via di una infermiera malata di Tbc e che lavorava proprio nel reparto neonatale dell’ospedale hanno assunto proporzioni vistose (si parla ormai di epidemia, con oltre un centinaio di casi), il Codacons scrive al Papa. La lettera in realtà è indirizzata al segretario di Stato vaticano Angelo Bagnasco e al presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica, Cardinale Dionigi Tettamanzi. Ma è al Pontefice che rsi ivolge l’associazione in difesa dei diritti dei consumatori. Chiedono che le gerarchie massime del Vaticano incontrino le famiglie dei bimbi colpiti dalla tubercolosi perché secondo il Codacons non sarebbero al corrente dell’esatta dimensione del problema. Il Policlinico Gemelli dipende dal consiglio di amministrazione dell’università Cattolica ed è consideratouno die massimi centri di cura della sanità cattolcia, dove vene ricoverato più volte anche Papa Giovanni Paolo II. Secondo Carlo Rienzi firmatario della lettera, il Vaticano non è al corrente delle esatte dimensioni del problema, con quasi duemila famiglie colpite, problema che con la prossima apertura delle scuole e degli asili, dice, rischia di allargarsi all’intera città di Roma. Per alcuni nella lettera sembra di leggere un invito al Vaticano a farsi carico di un risarcimento dei danni alle famiglie. Il Codacons spera in una risposta prima del prossimo mercoledì quando ci sarà una conferenza stampa dei familiari colpiti dall’emergenza Tbc per spiegare le iniziative che il Codacons intende portare avanti a loro tutela: è già stato depositato un esposto in procura e fatto ricorso al Tar. Intanto le autorità che indagano sulla vicenda hanno già fatto diversi interrogatori, compresa l’infermiera che sarebbe all’origine del problema: si potrebbe formulare ipotesi di epidemia colposa se si arrivasse a individuare una responsabilità precisa nel non aver effettuato esami precisi sulla infermeiera il cui marito, lo ricordiamo, era stato colpito da tunercolosi nel 2004.



Il codice penale, all’articolo 452 (delitti colposi contro la salute pubblica) formula una reclusione da uno a cinque anni. Al momento ci si trova davanti a 115 bambini colpiti da Tbc su 1333 esaminanti, il che corrisponde all’8,6%.

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