Durante la puntata di oggi della Vita in Diretta è stato reso noto che in una prima integrazione probatoria che la Repubblica di Taranto ha depositato in segreteria ci sarebbe una foto che ritrae Sarah Scazzi in pigiama. L’immagine fa parte del materiale cancellato dal telefonino di Ivano Russo, il ragazzo amico della giovane vittima e di Sabrina Misseri e di cui le due ragazze erano invaghite. Secondo l’accusa, infatti, sarebbe proprio lui il motivo della gelosia che avrebbe poi spinto la cugina ad uccidere Sarah. Questa prima integrazione probatoria proviene da un’altra perizia affidata dalla Procura per rintracciare il materiale eliminato dalle memorie di telefonini, ma comunque il giovane è fra i tre testimoni che saranno presenti alla prossima udienza, prevista per martedì 17 gennaio. Con una perizia simile, i carabinieri avevano rintracciato nel corso dell’inchiesta circa 4.500 sms che il ragazzo conteso e Sabrina Misseri si erano scambiati nei primi sei mesi del 2010. Intanto è iniziato ieri il processo a carico di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, la madre, uniche indagate e accusate della morte di Sarah, uccisa nell’agosto del 2010. Al processo era presente anche Michele Misseri, padre e marito delle due donne, inizialmente unico indagato per l’uccisione della ragazzina, poi scarcerato perché ritenuto solo la persona che aiutò a nascondere il cadavere della giovane. Atmosfera prevedibilmente tesa ieri in aula, dove sedevano anche la mamma e il papà di Sarah, con Sabrina e Cosima che hanno chiesto e ottenuto di non essere né riprese né fotografate, quando ieri sono state fatte sedere nella gabbia degli indagati. Gabbia da cui, a partire dalle nuove udienze, saranno tenute fuori per sedersi accanto ai loro legali. Sguardi fugaci tra i protagonisti di una delle vicende più misteriose e angoscianti della cronaca recente italiana, con Concetta, mamma di Sarah, che ha rilasciato dichiarazioni intense ai cronisti: «Odio Sabrina per il male che ha fatto a Sarah e a tutti noi, ma Dio e io stessa come cristiana proviamo misericordia, in quanto ogni persona che commette un’azione grave può essere recuperata se mostra pentimento», ha detto.
Sabrina Misseri, infatti, è lei a essere sospettata fortemente di aver ucciso la cugina, mentre la madre l’avrebbe aiutata.