Oggi la Chiesa cattolica celebra San Felice di Nola, vissuto nel III secolo e morto il 14 gennaio del 313, a Nola. Le notizie relative alla sua esistenza provengono da San Paolino vescovo che, essendo devoto di Felice, gli dedicò 14 carmi. Componimenti poetici che, tuttavia, costituiscono una testimonianza storica, fondata sulla tradizione orale raccolta secondo un’elaborazione letteraria. Paolino, era originario di Bordeaux, divenuto vescovo di Nola nel 409, fece erigere tra il 400 e il 403 la Basilica Nuova, inglobata nel XVI secolo dalla Basilica di San Giovanni. Tornando a Felice: il padre era di origini siriane. Quando si trasferì in Italia disponeva di un ingente patrimonio. Mentre il fratello Ermia intraprese la carriera militare, Felice decise di consacrarsi a Cristo e divenne collaboratore di Massimo vescovo di Nola. Nel corso di una delle ultime persecuzioni, il vescovo lasciò la città, e lasciò Felice, che venne imprigionato e torturato. Secondo la leggenda agiografica, fu liberato da un angelo e tradotto in un luogo deserto, dove rinvenne Massimo, anziano e moribondo; Felice lo rimise in sesto con del succo d’uva miracoloso, se lo caricò sulle spalle e lo riportò a Nola. Le persecuzioni ripresero e Felice fu di nuovo ricercato. Fuggì e si nascose in una cisterna, dove una donna, per sei mesi, lo nutrì. Terminate completamente le persecuzioni grazie all’editto di Costantino del 313, fu candidato alla successione del vescovo Massimo, ormai defunto, ma rifiutò, in favore di Quinto. Rinunciò, contestualmente, alla restituzione dei beni che gli erano stati confiscati e passò il resto della sua vita lavorando in povertà. Benché non sia stato ucciso per la difesa della fede, è da sempre considerato martire. Patì, infatti, le persecuzioni, ebbe molte sofferenze e non morì per miracolo. Fu seppellito presso le basiliche paleocristiane di Cimitile, cittadina del napoletano di cui è patrono. Alla sua tomba, detta “Ara Veritatis”, si conferisce particolare efficacia nel rivelare la verità. I fedeli sono soliti dedicare al santo due feste. Le processioni iniziano il 5 gennaio e terminano oggi, in occasione della sua festa.
La prima ha inizio dall’antichissimo sepolcro nell’area delle basiliche paleocristiane e ha termine chiesa parrocchiale di S. Felice in Pincis, l’ultima eretta in ordine di tempo. L’altra processione, invece, attraversa l’intero paese.