Isola del Giglio, il giorno dopo il naufragio del Costa Concordia. Un naufragio che al momento ha un bilancio ancora da rendere ufficiale di tre morti, quattordici feriti e un numero non preciso di dispersi, potrebbero essere una settantina, ma secondo le ultime notizie è un numero fortunatamente destinato a calare. “L’isola è traumatizzata” ha detto a IlSussidiario.net la signora Anna Maria Bossini, proprietaria insieme al marito di un ristorante nella piccola isola davanti alla quale è avvenuto il naufragio. “Ci troviamo davanti agli occhi questa montagna immensa e siamo tutti colpiti: è una cosa innaturale”. E’ la testimonianza diretta dall’isola del Giglio, da dove tutti i naufraghi sono adesso stati fatti evacuare come ci dice la signora Bossini, ma che fino a ohe ore fa erano stati assistiti in prima persona dalla popolazione della piccola isola. Una popolazione dai numeri molto bassi, resi ancor più bassi in questo periodo dell’anno dopo la fine del periodo festivo. “In tutta l’isola saremo al massimo ottocento abitanti” ci ha detto la signora Bossini “perché una volta finite le festività gli anziani si trasferiscono a Grosseto dove risiedono in case di ospitalità e di cura e gli studenti con le famiglie tornano nei grandi centri della Toscana. Non avremmo mai avuto lo spazio per ospitare 4mila persone, quanti erano i naufraghi”.



Signora Bossini, come è la situazione al momento?
E’ appena terminato una riunione delle forze di coordinamento dei soccorsi in cui sono stati valutati i dati a disposizione per valutare le prossime mosse. Hanno preparato una sorta di accampamento per ospitare uomini della capitaneria, vigili del fuoco sommozzatori, reparti dell’esercito, polizia municipale.
Com’è lo scenario dell’isola, della zona di fronte al naufragio?
Sembra uno scenario di guerra e davvero guardando quella montagna nel mare non si può immaginare come abbia fatto a finire lì. E’ una cosa innaturale, l’isola del Giglio al momento è una isola piena dei colori di guerra, con tutti questi militari con le tute mimetiche, i sommozzatori.  E’ un allestimento da angoscia.
Sa dirci cosa hanno deciso al momento le forze di soccorso?
Hanno fatto con un sonar il giro della nave e stanno raccogliendo i dati, per verificare i rilevamenti che possono essere significativi. Si temeva infatti anche una fuoriuscita del greggio e di dispersione del gasolio inquinante. Le forze di soccorso si sono divise tra quelle che stanno valutando i rischi ecologici e quelli che studiano i segnali all’interno o all’esterno da poter essere decifrati. Si teme infatti ci siano ancora persone all’interno della nave.
C’è anche il rischio ecologico dunque.



Tra l’altro intervenire al momento per estrarre il gasolio potrebbe far sì che l’imbarcazione perda la stabilità che ha al momento con tutti i rischi del genere. Soprattutto mentre si cercando ancora i dispersi.
Come ha reagito la popolazione dell’isola a questa situazione? Ci sono ancora naufraghi?
No sono stati tutti evacuati, l’isola del Giglio non avrebbe mai potuto contenerli tutti. La popolazione ha reagito immediatamente con grande disponibilità, per tutta la notte hanno mandato messaggi e immagini via Internet di quello che succedeva aggiornando sulla condizione dei naufraghi. Questa notte, essendo tutte le attività commerciali chiuse per via della fine delle festività, la gente ha aperto le proprie abitazioni private accogliendo in casa i naufraghi, offrendo bevande calde, vestiti e coperte. Anche il parroco ha messo a disposizione la chiesa a chiunque avesse avuto bisogno di passare la notte al coperto.

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