Wikipedia sciopererà oggi 18 gennaio per 24 ore per protestare contro le proposte di legge anti pirateria negli Stati Uniti, la “Sopa” (Stop Online Piracy Act) e la “Pipa” (Protect Ip Act), in discussione rispettivamente alla Camera e al Senato. Entrambe le leggi servono a difendere il copyright delle industrie dei media e a evitare la diffusione in rete di contenuti protetti proprio da diritti d’autore. Si è fatto sentire sul social network Twitter lo stesso fondatore dell’enciclopedia libera, Jimmy Wales, che in un “cinguettio” ha avvertito: «Studenti attenzione, fate i compiti presto mercoledì. Wikipedia protesta contro una pessima legge». Cliccando quindi sul sito inglese di Wikipedia, ecco apparire un chiaro messaggio su sfondo nero che recita: «Per oltre un decennio abbiamo speso milioni di ore a costruire la più grande enciclopedia nella storia. Ora, il congresso americano sta valutando una legge che potrebbe fatalmente danneggiare il web libero e aperto. Per 24 ore oscuriamo Wikipedia», che non è l’unica a protestare. Sono infatti tantissimi i siti Internet, aziende e utenti che in queste ore stanno trasmettendo e postando messaggi per descrivere e esprimere la propria opinione sulla delicata situazione attuale. Anche Google, sempre nella versione inglese, spiega attraverso un messaggio che si può aprire tramite un link sulla pagina iniziale, che «milioni di americani si oppongono al “Sopa” e al “Pipa” perché censurerebbero il web e rallenterebbero la crescita economica negli Stati Uniti». Quindi, continua il messaggio del motore di ricerca, «il Senato voterà il 24 gennaio, fate sapere cosa ne pensate. Firmate la petizione per chiedere al Congresso di votare NO al Sopa e al Pipa prima che sia troppo tardi». Sulla destra del messaggio è quindi possibile trovare la petizione da firmare. La Casa Bianca, tramite un comunicato ufficiale, ha già fatto sapere la propria posizione a riguardo, spiegando che «sebbene riteniamo che la pirateria online sia una problema grave che necessiti di una seria risposta legislativa, non sosterremo leggi che riducono la libertà di espressione, aumentano il rischio in materia di cyber-sicurezza o minano il dinamismo e l’innovazione di internet a livello mondiale».



Twitter ha invece deciso che non parteciperà allo sciopero: è lo stesso direttore del social network, Dick Costolo, a spiegare attraverso un “tweet” che «la chiusura di un business globale per reagire a una questione politica di una singola nazionale, è sciocca».

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