Si complicano le operazione di ricerca sulla Costa Concordia, la nave naufragata lo scorso 13 gennaio di fronte all’Isola del Giglio. Il transatlantico si è mosso, e si fa sempre più pressante il rischio di inabissamento, con i rischi relativi legati alla fuoriuscita di carburante e all’ipotesi di disastro ambientale. La nave si trova in uno stato di equilibrio estremamente precario, a ridosso di uno scoglio, tale per cui i sommozzatori metterebbero seriamente a repentaglio la propria vita. Gli spostamenti sarebbero continui e costanti, e sono monitorati anche attraverso i satelliti. Sono determinati dalle correnti marine e dai liquidi presenti all’interno della nave. In particolare, si starebbe muovendo di un centimetro circa all’ora. Non è ancora chiaro se si tratti di movimenti di assestamento, o se sia iniziato un processo inesorabile di inabissamento. Attualmente le ricerche sono state sospese. Le forze operative sono in riunione per decidere come agire. E’ allo studio la possibilità di imbracare lo scafo, assicurandolo agli scogli, per evitare che affondi. Alle riunioni che stabiliranno come procedere prenderanno parte anche alcuni membri del tema del Smit Salvage, la società che si occuperà si svuotare i serbatoi con ancora, al loro interno, un migliaio circa di tonnellate di carburante che potrebbero riversarsi in mare. Si potrà effettuare lo svuotamento, tuttavia, solamente quando le ricerche saranno definitivamente sospese. Nel frattempo, la mamma di Diana, la piccola di 5 anni dispersa, giunta sull’Isola scorta dalla guardia di Finanzia, chiede che le ricerche continuino finché la bambina non sarà trovata. Intanto procede l’inchiesta a carico del comandante Francesco Schettino per accertarne le eventuali responsabilità. I pm di Grosseto, in particolare, stanno mettendo a punto il ricorso per il Tribunale dei Riesame, dove chiederanno nuovamente che il comandante sia incarcerato – al momento gli sono stati concessi i domiciliari – per evitare il pericolo di fuga all’estero e di inquinamento delle prove. Il legale di Schettino, dal canto suo, fa sapere che si sta muovendo per chiedere che siano rimossi anche i domiciliai.



La posizione dell’indagato si sta, tuttavia, aggravando. Nelle ultime ore alcune testimoni hanno raccontato di un cena, con tanto di vino, tra lui e la  Domnica Cemortan, 25enne moldava presente sulla nave al momento del naufragio, e il cui ruolo a bordo non è ancora stato chiarito. I due sembra che, mentre la nave era in fase critica, stavano continuando a cenare.  

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