Difendo i Suv. Li difendo dall’attacco di moralisti improvvisati e dai falsi ambientalisti. Dai liberal con attico in centro e bici pubblica sotto casa, dai pauperisti della CO2, dai razzisti della carrozzeria. Li difendo perché un Suv è un’auto molto più utile e intelligente di tante altre, mentre è solo la stupidità umana a renderla pericolosa, inquinante, invadente e odiosa.
Che cos’è un Suv, in fondo? Un’auto alta, e niente di più. Spesso più lenta e meno invasiva di tanti bolidi con profilo discreto. Non ci credete? Prendete il metro e misurate: occupa più spazio in strada e nei parcheggi una normale station wagon o un orribile monovolume rispetto a un Suv di stazza media, come sono i più venduti oggi sul mercato. Il mio vicino di box non si da pace: è convinto che il mio garage sia più lungo del suo, solo perché il mio Suv ci entra meglio della sua veloce berlina a muso inutilmente lungo.
Dicono anche che aumentano gli incidenti provocati dai Suv. Dovremmo stupirci del contrario, considerato che la vendita di questi modelli è in crescita. Più Suv in giro, più incidenti provocati anche da Suv. Logico, o no? Se tutti da domani corressimo al lavoro in bici, ci stupiremmo forse dell’incremento dei sinistri su due ruote? Fatte le proporzioni, di incidenti ne provocano ancora di più le auto “normali”.
Il Suv è pericoloso, se impatta contro una piccola auto a forte velocità. Purtroppo è vero. E’ così anche per camion, Tir, furgoni, o berline tedesche che sfrecciano a 200. Se non sei su un Suv è più facile morire. E’ per questo che oggi tante famiglie con bambini scelgono proprio un Suv, magari di seconda mano, magari asiatico, magari low cost, per proteggersi dai troppi pazzi in strada e in autostrada, per cercare una protezione maggiore da chi corre su auto sportive, da quei giovani brilli (quando va bene) a bordo di bombe su quattro ruote catalogate nei “tranquilli” segmenti A, B o C.
Vedono anche i Suv sempre in doppia o tripla fila, sui marciapiedi, a occupare i parcheggi riservati ai disabili. Invece la città è piena di utilitarie parcheggiate ovunque, nei luoghi più pericolosi che esistono, a invadere corsie, discese per carrozzine e passeggini, strisce pedonali. Ogni 10 o forse 100 normali auto in infrazione, ecco un Suv fuori dagli spazi. E allora dagli all’untore: che tu sia maledetto!
Da quando guido un Suv sono diventato ancora più rispettoso, ligio e prudente: sbagli una cosa, ti lapidano. E’ capitato di fermarmi a far passare un anziano sulle strisce, è stato quasi investito dall’utilitaria bianca e scassata che mi ha superato a sinistra. Non era un Suv, ma se lo fosse stato?
Vado in bici al lavoro, 6 chilometri all’andata e sei al ritorno. Rischio la vita a ogni pedalata, bersaglio di schegge e proiettili su quattro ruote, e vi assicuro che non sono tutti Suv. Anzi. Più son piccole e più fanno paura. Chi le ferma? Dalla bici le auto fanno tutte paura.
Ecco il punto. Sotto i 4 chilometri usare l’auto in città è da sciocchi, anche se piove e anche se fa freddo. Oltre i 5 ci sono pure i mezzi pubblici. Ci fossero più ciclabili, il mio Suv resterebbe sempre, ma proprio sempre, nel box, per essere usato solo nei viaggi lunghi o nei luoghi adatti. Non è così, e non è colpa dei Suv. Le città sono invase e violate da migliaia di auto tutti i giorni, auto, vecchie o nuove, piccole o grandi, lunghe o alte, inquinanti e pericolose sempre. Maledette auto. Non maledetti Suv.