No Tav nel mirino delle autorità: una retata compiuta nelle prime ore di stamattina ha portato all’arresto di ventisei persone in diverse località italiane. Tutte persone coinvolte nei gravi incidenti verificatisi lo scorso luglio e arrestate in diverse città, da Torino a Milano, e anche Genova, Padova e Palermo. Si tratta di persone che presero parte agli assalti in Val di Susa contro i cantieri della Tav per la linea lata velocità Torino-Lione lo scorso 3 luglio. Queste persone (una di esse è agli arresti domiciliari, quindici hanno ricevuto l’obbligo di dimora) sono accusate di resistenza, violenza, lesioni, danneggiamenti aggravati in concorso, associazione a delinquere in alcuni casi. Una lunga indagine durata circa sei mesi che dimostra come la magistratura non fosse rimasta indifferente di fronte a quanto accaduto lo scorso luglio, ma anzi avesse portato avanti indagini dettagliate per arrivare a rintracciare gli autori dei fatti più criminosi. Secondo quanto viene riportato, quasi tutte le persone sotto accusa apparterebbero alla cosiddetta area antagonista, quella vicina ai centri sociali, all’estrema sinistra e all’area anarchica. In particolare le indagini hanno portato a identificare appartenenti al centro sociale torinese Askatasuna, che da tempo era nel mirino delle autorità in quanto considerato centro del movimento No Tav. Sarebbe inquisito anche un consigliere comunale, Guido Fissore, del paese di Villar Focchiardo. Sembra che le forze dell’ordine nel suo caso si siano limitate a perquisirne l’abitazione. L’operazione di polizia sarebbe ancora in corso e secondo altre fonti aggiornate gli arresti potrebbero arrivare fino a quaranta. L’operazione è guidata dal gip di Torino Federica Bompieri su richiesta del procuratore Andrea Beconi, operazione che fa capo alla questura di Torino. Al momento diversi esponenti del movimento No Tav si stanno radunando a Villar Focchiardo, il paese del consigliere comunale inquisito, per organizzare manifestazioni di protesta contro l’operazione di polizia. Ricordiamo che gli incidenti in Val di Susa durarono per un lungo periodo di tempo, con manifestazioni cominciate ala fine di maggio e proseguite con vari appuntamenti fino a quella del 3 luglio che vide gli scontri più violenti contro i reparti di polizia messi a difendere i cantieri della linea ferroviaria in costruzione.



Secondo quanto viene riportato, gli avvocati difensori del movimento No tav satrebbero preparando le loro richieste di scarcerazione per quanti risultano fermati dalle forze dell’ordine.

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